L’attenzione degli astronomi è catturata da due distinte espulsioni di massa coronale (CME), entrambe originate da filamenti magnetici che hanno avuto un’intensa attività sul Sole. Le previsioni indicano che questi eventi, attesi rispettivamente il 23 e il 25 gennaio 2024, potrebbero causare tempeste geomagnetiche di classe G2 e G1. La fonte di queste informazioni è il noto sito SpaceWeather.com, curato dall’astrofisico Tony Phillips. In queste ultime ore, poi, è stato rilevato un brillamento moderato di classe M2.44.
Il fenomeno ha avuto inizio con l’esplosione di un filamento magnetico il 20 gennaio, seguito da un altro evento simile il 22 gennaio. Quest’ultimo ha generato un’impressionante struttura definita “canyon di fuoco” nell’atmosfera solare, evento accuratamente documentato dal Solar Dynamics Observatory della NASA. Inoltre, le immagini catturate dal Solar and Heliospheric Observatory (SOHO) della NASA hanno rivelato una CME particolarmente brillante, emersa dal sito dell’esplosione. Nonostante la maggior parte di questa CME si diriga a Sud rispetto alla Terra, modelli di previsione preliminari della NASA suggeriscono che una frazione dell’espulsione colpirà il nostro pianeta il 25 gennaio, portando a probabili tempeste geomagnetiche di classe G1.
I filamenti magnetici solari sono strutture filiformi costituite principalmente da idrogeno ionizzato, confinate dai campi magnetici del Sole. Questi elementi si sviluppano lungo le linee del campo magnetico solare, emergendo e intrecciandosi sulla superficie stellare. Tali strutture possono estendersi per decine di migliaia di chilometri nello spazio. Quando osservati in luce H-alpha, appaiono come serpentine scure sulla fotosfera solare. I filamenti sono associati a regioni attive del Sole e possono sfociare in eruzioni solari quando l’energia magnetica immagazzinata viene rilasciata.
L’impatto delle Espulsioni di Massa Coronale
Un’espulsione di massa coronale è un’intensa eruzione di plasma solare e campi magnetici dalla corona solare, scaturita da rilasci improvvisi di energia magnetica, spesso in regioni attive del Sole. Questi fenomeni possono perturbare lo spazio meteorologico, provocando tempeste geomagnetiche. Il materiale espulso può viaggiare a diverse centinaia di chilometri al secondo, e l’interazione delle particelle cariche con il campo magnetico terrestre può generare aurore e interferenze nelle comunicazioni radio. Lo studio delle CME è fondamentale per comprendere la dinamica solare e la meteorologia spaziale.
Una tempesta geomagnetica è un disturbo temporaneo del campo magnetico terrestre, scatenato dall’arrivo di particelle solari ad alta energia, solitamente provenienti da CME. Queste particelle, interagendo con la magnetosfera terrestre, generano correnti elettriche e perturbano il flusso geomagnetico normale. Il fenomeno può intensificare le aurore, causare interferenze nelle comunicazioni radio e nei sistemi di navigazione satellitare, e danneggiare i trasformatori elettrici. Studiare gli impatti delle tempeste geomagnetiche è essenziale per comprendere meglio l’interazione Sole-Terra e per mitigare gli effetti negativi.