Ci sono momenti in cui un semplice gesto come digitare diventa una sfida: le dita tremano, i tasti sbagliati vengono premuti, la frustrazione cresce. Da questa consapevolezza è nata OnCue, la tastiera innovativa progettata da Alessandra Galli, giovane designer italiana che ha sviluppato il dispositivo presso la Delft University of Technology.
Si tratta di un ausilio pratico e pensato specificamente per le persone che affrontano quotidianamente le difficoltà motorie legate al Parkinson. Un’invenzione così valida da aggiudicarsi il prestigioso James Dyson Global Award 2025, riconoscimento internazionale che celebra progetti di design capaci di rispondere a necessità concrete.
Come funziona OnCue: feedback tattile e suggerimenti visivi
Il dispositivo riprende alcune caratteristiche delle tastiere utilizzate dai videogiocatori, ma le adatta a un contesto di supporto terapeutico e funzionale.
Ciascun tasto integra due modalità di assistenza:
- un feedback vibratorio delicato, che indica il momento ottimale per esercitare la pressione;
- un segnale luminoso verde, che anticipa la lettera successiva grazie a un algoritmo predittivo, facilitando la continuità del movimento.
L’effetto complessivo? Scrivere diventa più scorrevole, gli sbagli si riducono e l’utente riacquista il controllo sul proprio gesto.
La tastiera permette anche di personalizzare l’intensità delle vibrazioni e della luminosità, adattandosi alle condizioni variabili che caratterizzano la malattia: chi ne soffre sa che ogni giornata può essere diversa dalla precedente.
La configurazione divisa in due sezioni non risponde a esigenze estetiche, ma a una precisa scelta funzionale: durante i test con pazienti e terapisti occupazionali, Alessandra ha verificato che una struttura separata riduce la tensione muscolare su braccia e articolazioni, migliorando il comfort durante l’uso prolungato.
Dalla ricerca sul campo alla progettazione
Prima di realizzare il prototipo, la designer ha dedicato tempo all’osservazione diretta, raccogliendo esperienze, analizzando i movimenti e comprendendo le difficoltà reali vissute dalle persone con Parkinson.
«Ciò che per la maggior parte di noi è un’azione scontata, per chi convive con questa patologia rappresenta una barriera quotidiana», spiega. L’intento non era eliminare i sintomi, ma semplificare l’interazione, restituendo una parte dell’indipendenza che spesso si erode gradualmente.
Grazie al premio ricevuto, Alessandra avrà ora l’opportunità di affinare il progetto collaborando con enti specializzati e associazioni di pazienti, per rendere OnCue accessibile a chi ne può davvero beneficiare.
Il punto di forza di OnCue risiede nella sua essenzialità: nessuna funzione superflua, nessuna aspettativa esagerata. Semplicemente un dispositivo che sostiene e rende più sicuri movimenti che dovrebbero essere naturali per chiunque. È una tecnologia che non sostituisce l’azione umana, ma crea le condizioni per compierla con maggiore efficacia, ridando valore alla dignità del gesto.
E se sei interessato a progetti che ridefiniscono il nostro rapporto con la tecnologia quotidiana, esiste persino una custodia per iPhone dal peso di 2,7 kg, pensata per contrastare la dipendenza dallo smartphone. Una dimostrazione che il design, quando analizza con cura la realtà, può aiutarci a ripensare abitudini e migliorare la qualità della vita.
Fonte: jamesdysonaward
