Solstizio invernale: sette curiosità sul momento più buio dell’anno

inverno

Tra il 21 e il 22 dicembre nell’emisfero settentrionale si verifica il solstizio invernale, momento astronomico che segna l’avvio della stagione più rigida. Si tratta di una notte speciale, la più estesa dell’intero anno, dopo la quale le ore di luce inizieranno gradualmente ad aumentare.

Questo evento è ricco di tradizioni ancestrali diffuse in tutto l’emisfero nord: nel contesto germanico viene chiamato Yule, mentre nella cultura druidica prende il nome di Alban Arthan, celebrazione della Luce associata a Re Artù. Quest’anno il momento esatto del solstizio astronomico si verificherà il 21 dicembre alle ore 16.03 secondo il fuso orario italiano.

Ma cosa rappresenta esattamente questo fenomeno? Per quale motivo nell’emisfero boreale corrisponde all’inizio dell’inverno mentre in quello meridionale segna l’arrivo dell’estate? Capita sempre nella stessa data?

Scopriamo sette aspetti interessanti di questa giornata tanto particolare.

Cosa rappresenta il solstizio invernale?

Il solstizio invernale indica l’istante in cui il sole raggiunge la posizione esattamente perpendicolare al Tropico del Capricorno, punto denominato Zenith. Nell’emisfero settentrionale questo momento coincide con l’avvio della stagione fredda, poiché i raggi solari giungono con un’angolazione molto obliqua. Nell’emisfero meridionale la situazione è esattamente opposta.

solstizio inverno 2017

Foto credits: Nasa

Per quale motivo è la notte con più ore di buio?

Il nostro pianeta ruota intorno a un asse immaginario che attraversa i due poli, ma questo asse presenta un’inclinazione di 23° 27′. A causa di questa inclinazione, il Polo Nord e l’intero emisfero boreale risultano orientati in direzione opposta rispetto al sole, formando con i suoi raggi un angolo di circa 23 gradi. Durante la rotazione terrestre, in inverno la nostra porzione di pianeta è esposta a un numero ridotto di ore di luce, che raggiungono il minimo proprio nel solstizio invernale dell’emisfero nord, mentre nell’emisfero sud il 21 dicembre segna l’inizio dell’estate.

È il momento di maggiore distanza tra Sole e Terra?

Assolutamente no. Al contrario, il nostro pianeta raggiunge l’afelio, ovvero il punto di massima distanza dalla stella, durante l’estate dell’emisfero nord, generalmente a luglio. Il clima rigido invernale dipende dall’inclinazione con cui arrivano i raggi solari, non dalla distanza effettiva.

È sempre stata la notte con più ore di oscurità?

In realtà no. Il calendario attualmente in uso deriva dalla riforma promossa da Papa Gregorio XIII nel 1582. Nel corso di oltre dieci secoli si erano accumulati circa dieci giorni di disallineamento causati dalla perdita di circa sei ore annuali.

Con la riforma gregoriana il solstizio venne spostato al 21 dicembre, mentre precedentemente coincideva con il giorno di Santa Lucia, che ancora oggi viene commemorata il 13 dicembre, quando in passato cadeva in prossimità del solstizio. Da questa coincidenza nacque il celebre proverbio “Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia”.

Cade sempre nella stessa data?

Non esattamente. Il solstizio subisce un ritardo di circa sei ore ogni anno rispetto al precedente (per la precisione 5h 48min 46s), questo perché l’anno solare non dura esattamente 365 giorni, bensì 365 giorni 5h, 48m, 45s, causando una perdita effettiva di circa sei ore annue. Per questo motivo il solstizio invernale può verificarsi anche il 22 dicembre.

Il riallineamento avviene forzatamente ogni quattro anni in corrispondenza dell’anno bisestile, introdotto proprio per evitare di accumulare troppi giorni di sfasamento rispetto al calendario (un giorno aggiuntivo ogni quattro anni compensa esattamente le 24 ore perse nel quadriennio).

Cosa succede a Stonehenge durante il solstizio invernale?

Stonehenge, il famoso complesso megalitico preistorico situato a circa 130 km a sud di Londra, presenta un allineamento perfetto nei giorni dei solstizi, sia invernale che estivo. All’alba il sole penetra esattamente attraverso l’ingresso principale. Sebbene la funzione originaria di Stonehenge rimanga ancora oggetto di dibattito, questa caratteristica ha portato alcuni ricercatori a ipotizzare che potesse fungere da antico osservatorio astronomico.

Il fenomeno risulta estremamente suggestivo e attira numerosi visitatori, diventando anche occasione per celebrazioni popolari.

Esiste una connessione tra il Natale e il solstizio invernale?

Certamente: la data del 25 dicembre fu stabilita da Papa Giulio I proprio in relazione al solstizio, come antica celebrazione pagana del sole. Il solstizio invernale, pur segnando l’inizio della stagione più fredda, rappresenta anche il momento in cui il sole inizia la sua rinascita, con le giornate che dal giorno seguente riprendono ad allungarsi. Probabilmente l’obiettivo era quello di sostituire le antiche tradizioni pagane con le festività cristiane.

Prepariamoci dunque ad accogliere questa lunga notte.