Oggetti dal chiaro contenuto pedopornografico: in territorio francese, il gigante dell’e-commerce Shein si trova ora ad affrontare accuse legate alla sessualizzazione di articoli che, in apparenza, potrebbero sembrare indirizzati a un pubblico infantile.
Il colosso asiatico della vendita online, già noto per essere finito nel mirino delle autorità per tattiche commerciali scorrette e condizioni lavorative discutibili, questa volta è stato deferito alle autorità giudiziarie francesi per aver messo in commercio bambole erotiche con caratteristiche pedopornografiche (che sembrerebbero essere state eliminate dalla piattaforma).
Proprio nei giorni precedenti all’inaugurazione del suo primo punto vendita fisso nella capitale francese, l’organismo francese preposto al controllo delle frodi (DGCCRF) ha comunicato di aver presentato una segnalazione formale dopo aver individuato la presenza di “bambole erotiche con sembianze infantili” sulla piattaforma di vendita online.
La descrizione e la classificazione di questi prodotti sul portale non lasciano spazio a dubbi sulla loro natura pedopornografica, ha dichiarato la Direzione generale per la concorrenza, i consumatori e il controllo delle frodi in un comunicato ufficiale.
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Gli articoli commercializzati da Shein
Gli oggetti in questione riproducono le sembianze e l’anatomia di una minore che stringe tra le braccia un peluche. A corredo, questa inquietante descrizione:
“Bambola erotica (…) articolo per la masturbazione maschile con anatomia realistica comprensiva di vagina e ano”.
Il prezzo richiesto era di 186,94 euro.
In una nota trasmessa all’agenzia Afp, il marchio cinese ha comunicato che gli articoli “sono stati rimossi immediatamente dalla piattaforma non appena siamo stati informati di questi problemi“, sostenendo di adottare una “politica di tolleranza zero”.
Nel frattempo, questa rappresenta la terza sanzione nell’arco di dodici mesi che il colosso riceve dalla Francia, per un ammontare complessivo di 191 milioni di euro, dovuto a violazioni relative ai cookie online, promozioni ingannevoli, informazioni non veritiere e omessa comunicazione della presenza di microplastiche nei suoi articoli.
Fonte: DGCCRF
