Sentinel-4 fotografa l’inquinamento globale: Italia tra le zone critiche

I dati orari del satellite geostazionario del programma Copernicus hanno registrato distintamente il gas vulcanico mentre veniva trasportato dai venti verso sud-est sul mare, dimostrando la capacità dello strumento di monitorare sia fenomeni naturali che emissioni antropiche

L’atmosfera terrestre ha ora un testimone implacabile. Una scansione che si rinnova ogni sessanta minuti, catturata da un’altitudine di 35.000 chilometri. Sentinel-4 rappresenta un osservatore infaticabile che monitora ininterrottamente ogni movimento dell’aria sul continente europeo.

Le rilevazioni iniziali giunte dall’orbita geostazionaria a ottobre hanno la forza visiva di una mappa delle violazioni ambientali: scie rosse attraversano la Pianura Padana, concentrazioni intense punteggiano il litorale mediterraneo, e un elemento vulcanico inatteso emerge: la nube dell’Etna che si estende verso sud-est come un nastro di diossido di zolfo sul Mediterraneo.

@Sentinel-4

Monitoraggio orario continuo

Messo in orbita nel luglio 2025, Sentinel-4 si distingue nettamente dai satelliti convenzionali. Lo spettrometro installato sul Meteosat Third Generation Sounder mantiene una posizione stabile nello spazio, garantendo l’osservazione costante della medesima area planetaria. Le misurazioni ogni sessanta minuti costituiscono un progresso straordinario rispetto alle precedenti rilevazioni quotidiane: la distinzione tra un’istantanea approssimativa e un documentario dettagliato dell’atmosfera europea.

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La collocazione geostazionaria a 35.000 chilometri dalla superficie terrestre permette al dispositivo di sorvegliare continuamente la stessa zona geografica, assicurando un flusso ininterrotto di informazioni sulla purezza dell’aria, contrastando nettamente con le misurazioni giornaliere precedenti.

La finalità principale della missione, integrata nel programma Copernicus, consiste nel rilevare inquinanti fondamentali come il diossido di azoto (NO₂), l’ozono troposferico (O₃) e il diossido di zolfo (SO₂), sostanze che costituiscono un pericolo concreto per la salute nelle zone industrializzate.

Diossido di azoto: le arterie urbane

L’8 ottobre, Sentinel-4 ha registrato le sue prime rilevazioni atmosferiche, focalizzandosi sulle concentrazioni di diossido di azoto nel territorio europeo. I dati hanno confermato situazioni già documentate, ma con una precisione straordinaria: i segnali più marcati emergono lungo la fascia costiera mediterranea e nella Pianura Padana.

Queste zone, nuclei urbano-industriali densamente abitati, mostrano elevate emissioni provenienti dal traffico veicolare e dalla combustione fossile. Il diossido di azoto, generato prevalentemente da autoveicoli e impianti energetici, contribuisce al peggioramento di disturbi respiratori come l’asma e patologie cardiovascolari croniche.

Il ricercatore dell’ESA Ben Veihelmann ha descritto questo controllo in tempo reale come una “trasformazione” nell’approccio alle problematiche della qualità atmosferica. Poiché le emissioni di NO₂ variano durante la giornata, gli aggiornamenti orari di Sentinel-4 risultano essenziali per identificare i periodi di massimo pericolo per le comunità esposte. Il responsabile del progetto ESA Didier Martin ha attestato che le rilevazioni iniziali confermano l’efficacia degli strumenti e dei sistemi di calibrazione.

La nube vulcanica siciliana

La missione non si concentra esclusivamente sull’inquinamento di origine umana. Tra le prime osservazioni emerge nettamente l’identificazione della nube di diossido di zolfo (SO₂) emessa dal vulcano Etna in Sicilia.

Nonostante l’attività eruttiva fosse contenuta, Sentinel-4 ha tracciato distintamente il gas mentre veniva sospinto dalle correnti atmosferiche verso sud-est, sopra il mare. Il diossido di zolfo, rilasciato anche dalle rotte navali e dalle centrali a carbone, presenta elevata tossicità. Il satellite ha dimostrato la capacità di separare nettamente la nube vulcanica dalle emissioni di base, sottolineando l’importanza di una copertura continua per seguire fenomeni imprevedibili.

L’osservazione attesta la flessibilità dello strumento: può seguire sia gli inquinanti industriali che quelli naturali, espandendo considerevolmente il raggio dell’osservazione orbitale.

Concentrazioni di ozono

Sentinel-4 ha inoltre rilevato i livelli di ozono (O₃), un inquinante dalla duplice caratteristica. Fondamentale nella stratosfera come barriera contro le radiazioni ultraviolette, a livello del suolo l’ozono costituisce un rischio diretto per l’apparato respiratorio.

Le prime misurazioni hanno evidenziato marcate differenze regionali: concentrazioni elevate sono state registrate sui Balcani e in Grecia, mentre i valori sono risultati significativamente inferiori negli Stati baltici. Secondo Earth.com, queste misurazioni corrispondono ad altri dati satellitari dello stesso periodo, attestando l’affidabilità di Sentinel-4.

Sviluppi futuri

Con l’attivazione completa, le informazioni di Sentinel-4 alimenteranno il Copernicus Atmosphere Monitoring Service. Questo flusso di dati non rappresenta solamente un’attività scientifica, ma uno strumento operativo destinato a perfezionare le previsioni sull’inquinamento e a orientare con maggiore efficacia le direttive sanitarie pubbliche in tutta Europa.

Fonte: Copernicus