Scoperta stellare: il telescopio Webb rivela un’esplosione cosmica primordiale

NASA Webb scopre la supernova più antica mai vista

Ogni volta che il James Webb Space Telescope trasmette nuovi dati, la comunità scientifica trattiene il respiro. Questa volta, il potente strumento ha individuato l’esplosione stellare più remota mai documentata, verificatasi in un’epoca in cui il cosmo muoveva i primi passi della sua esistenza.

Il bagliore luminoso di questa detonazione ha viaggiato attraverso lo spazio per raggiungere i nostri rilevatori, originandosi appena 730 milioni di anni dopo l’origine dell’universo. La galassia che la ospita appare come un minuscolo puntino rossastro disperso tra innumerevoli altri oggetti celesti.

La convinzione diffusa tra gli astrofisici era che le stelle primordiali fossero radicalmente diverse da quelle contemporanee: mastodontiche, caotiche, formate esclusivamente da elementi ultraleggeri. Tuttavia, questa detonazione stellare mostra caratteristiche sorprendentemente simili alle esplosioni che osserviamo nell’universo moderno. Tale corrispondenza sta costringendo i ricercatori a riconsiderare numerose teorie sull’evoluzione delle stelle.

Un segnale fugace nel cosmo

Tutto ha inizio il 14 marzo 2025, quando il telescopio SVOM capta un impulso fulmineo: un lampo gamma della durata di soli dieci secondi. Si tratta di fenomeni effimeri che richiedono un’individuazione immediata, altrimenti svaniscono senza lasciare traccia.

Da quel momento si attiva una rete di osservatori planetari. Lo Swift Observatory localizza con precisione la sorgente dell’impulso, il Nordic Optical Telescope rileva una tenue emissione infrarossa che tradisce l’enorme distanza, mentre il Very Large Telescope dell’ESO determina l’epoca dell’evento: un cosmo ancora giovane e in continua evoluzione.

Gli esperti comprendono che, a causa dell’espansione cosmica, la radiazione della stella esplosa avrebbe richiesto mesi prima di diventare rilevabile. Pertanto, il primo luglio, il James Webb orienta i suoi sofisticati sensori verso quella regione celeste. Il risultato è straordinario: l’esplosione stellare, denominata GRB 250314A, emerge chiaramente insieme alla sua galassia madre, appena visibile ma inequivocabilmente presente.

Con questa rilevazione, Webb ha superato il suo stesso primato precedente: una stella esplosa risalente a “soli” 1,8 miliardi di anni fa. Questa scoperta conferma che lo strumento può identificare singole detonazioni stellari avvenute quando il cosmo aveva appena il 5% dell’età attuale. Un progresso straordinario che apre finestre temporali finora quasi inaccessibili.

I ricercatori intendono ora utilizzare i lampi gamma come “fari cosmici” per localizzare altre galassie dell’alba dell’universo. Il loro bagliore persistente potrebbe trasformarsi in una firma distintiva per comprendere la vera natura del cosmo nelle sue fasi iniziali. È come illuminare con una lampada una camera che ritenevamo completamente oscura: non possiamo vedere ogni dettaglio, ma finalmente disponiamo di un riferimento da cui partire.

Fonte: NASA