Nelle metropoli moderne, individuare un posto dove lasciare il proprio veicolo rappresenta una sfida quotidiana che può superare in difficoltà il tragitto stesso. In questo contesto, un veicolo elettrico a due ruote capace di ripiegarsi e trasportarsi alla stregua di una valigia non appare più come una fantasia progettuale, ma come una risposta pratica. Il suo nome è Icoma Tatamel Bike ed è frutto del lavoro del progettista nipponico Takamitsu Ikoma, che tenta di affrontare una delle questioni più persistenti della locomozione cittadina: l’ingombro.
Dopo numerose proposte rimaste sulla carta e condivise online, questa volta il progetto ha preso forma concreta. La Tatamel Bike è ora disponibile sul mercato e si propone di rivoluzionare gli spostamenti nelle aree urbane affollate e architettonicamente articolate.
Meccanismo di chiusura e trasporto del veicolo elettrico
L’elemento centrale della Tatamel Bike risiede nel suo meccanismo di compattamento. Nel giro di pochi istanti, il veicolo transita dalla modalità operativa a quella ridotta, raggiungendo una dimensione di 690 millimetri, equivalente a quella di una comune valigia da viaggio. Quando dispiegato, misura invece 1.230 millimetri, conservando dimensioni contenute rispetto ai modelli convenzionali.
Ciò consente di trasportare il mezzo personalmente, evitando di abbandonarlo sulla strada. Una caratteristica che assume particolare rilevanza in numerose realtà urbane italiane, come nella capitale, dove congestione, difficoltà di sosta, sottrazioni illecite e limitazioni spaziali complicano anche la gestione di veicoli compatti.
Il peso totale ammonta a 63 chilogrammi, con una capacità di carico fino a 100 kg, valori che facilitano il trasferimento e la gestione una volta ripiegato.
Prestazioni del motore e capacità della batteria
Sul piano delle specifiche tecniche, la Tatamel Bike è progettata per percorrenze urbane brevi e intermedie. L’unità motrice elettrica sviluppa una potenza continua di 600 watt, con accelerazioni che raggiungono 2.000 watt. La velocità di punta è fissata a 45 km/h, un limite adeguato all’utilizzo metropolitano.
L’autonomia indicata si attesta sui 30 chilometri per ciclo di ricarica, una distanza appropriata per i trasferimenti giornalieri in ambito cittadino. L’accumulatore impiega tecnologia LFP (litio-ferro-fosfato), selezionata per assicurare superiore resistenza termica, affidabilità e longevità operativa, pur comportando un incremento ponderale rispetto ad alternative tecnologiche.
L’apparato meccanico presenta una configurazione studiata per equilibrare dimensioni e comfort di guida. L’impianto frenante integra tamburo all’avantreno e disco al retrotreno, mentre le sospensioni si avvalgono di una forcella capovolta anteriore e di un ammortizzatore singolo posteriore.
Gli pneumatici presentano misure differenziate, con 10 pollici davanti e 6,5 pollici dietro, una soluzione che permette di minimizzare l’occupazione spaziale quando ripiegato, preservando al contempo la tenuta di strada su superfici irregolari caratteristiche degli ambienti urbani.
Realizzazione artigianale e opzioni estetiche
Un ulteriore aspetto caratterizzante della Tatamel Bike riguarda il ciclo manifatturiero. Il veicolo viene assemblato presso la fabbrica giapponese di Icoma, impiegando tecnologie di stampa tridimensionale e lavorazioni meccaniche dirette. Questo metodo garantisce una manifattura adattabile e notevoli possibilità di personalizzazione.
I rivestimenti laterali sono sostituibili e modificabili, consentendo all’acquirente di modellare l’apparenza del veicolo secondo le proprie inclinazioni, tanto sul versante estetico quanto su quello pratico. Il costo si colloca attorno ai 2.758 euro. Non rappresenta un veicolo destinato a una platea indifferenziata, ma a chi abita quotidianamente l’ambiente urbano e ricerca una soluzione operativa per muoversi diminuendo l’impatto ecologico e le complicazioni legate alla sosta.
La Tatamel Bike non ambisce a eliminare tutte le criticità della locomozione cittadina, ma propone un concetto lineare e attuabile: se la difficoltà consiste nel dove collocare il veicolo, forse è il veicolo stesso a dover modificare la propria configurazione.
Fonte: Icoma
