Robot acquatico stampato in 3D cattura microplastiche nei laghi

pesce robot mangia microplastiche

Presso i laboratori dell’Università del Surrey, in Inghilterra, è stato sviluppato un dispositivo robotico acquatico innovativo. Il suo nome è Gillbert, un automa marino realizzato con stampa tridimensionale che replica i movimenti tipici dei salmoni e contemporaneamente cattura le microplastiche presenti in fiumi e specchi d’acqua dolce. L’ideatrice di questa soluzione ingegnosa è Eleanor Mackintosh, studentessa di chimica che ha saputo combinare ricerca scientifica, rispetto ambientale e ingegno per contrastare una delle emergenze ecologiche più pressanti dell’epoca contemporanea.

Meccanismo operativo

Gillbert presenta dimensioni paragonabili a quelle di un salmone adulto e un aspetto esteriore notevolmente verosimile. Tuttavia, la sua particolarità va oltre l’apparenza: la struttura riproduce il meccanismo di funzionamento delle branchie ittiche naturali. Durante la navigazione, il liquido penetra dall’apertura anteriore e viene espulso attraverso una maglia posizionata nelle branchie artificiali. È in questa fase che avviene il processo chiave: le microplastiche – quei frammenti microscopici che eludono la maggior parte dei dispositivi di depurazione convenzionali – rimangono intrappolate all’interno della struttura robotica.

Il dispositivo è equipaggiato con un meccanismo di propulsione motorizzato, viene gestito tramite telecomando ed è stato progettato con architettura modulare, permettendo così aggiornamenti o modifiche successive. Ogni componente può essere facilmente riprodotto mediante stampa tridimensionale, anche da persone senza competenze specialistiche, utilizzando materiali economici e tecnologie facilmente reperibili. Il vero punto di forza di Gillbert risiede in questo aspetto: è disponibile in modalità open-source, consentendo a chiunque di scaricare i progetti e assemblare il proprio esemplare robotico per contribuire al monitoraggio e alla bonifica delle acque del proprio territorio.

Dal progetto sperimentale all’applicazione pratica

Il primo esemplare sperimentale di Gillbert è stato già sottoposto a verifica in uno specchio d’acqua nei pressi di Guildford, nel Regno Unito. Nel corso della sperimentazione, l’automa ha navigato con regolarità e intercettato microplastiche, confermando l’efficacia della sua architettura e del sistema filtrante. L’obiettivo attuale consiste nel perfezionarlo ulteriormente, rendendolo più autonomo e capace di funzionare per periodi prolungati senza necessità di supervisione costante.

L’iniziativa è nata all’interno del Natural Robotics Contest, una competizione accademica che valorizza le migliori proposte di robotica bio-ispirata. La proposta di Eleanor ha prevalso su quasi cento concorrenti, conquistando la commissione giudicatrice per la sua semplicità espositiva, sostenibilità ambientale e applicabilità concreta. L’esemplare funzionante è stato successivamente costruito grazie al supporto del dottor Robert Siddall e del suo gruppo di ricerca.

L’impatto potenziale di Gillbert

Le microplastiche sono particelle polimeriche con dimensioni inferiori ai 5 mm che derivano dalla frammentazione di rifiuti di maggiori dimensioni. Penetrano in corsi fluviali, bacini lacustri e mari, vengono assorbite dalla fauna acquatica e raggiungono gli esseri umani attraverso il sistema alimentare. La loro rimozione rappresenta una sfida estremamente complessa, proprio a causa delle dimensioni ridotte.

Gillbert non soltanto riesce a catturarle, ma lo fa attraverso un approccio sostenibile, accessibile economicamente e coinvolgendo attivamente studenti, comunità locali e istituti scolastici. Il progetto evidenzia come l’innovazione non sia esclusiva di centri di ricerca avanzati e grandi imprese: può emergere anche dall’ambiente educativo.

pesce robot microplastiche

E, contrariamente a numerose soluzioni commerciali, Gillbert è stato concepito per essere riproducibile, facilmente modificabile e adattabile a situazioni differenti. Può trasformarsi in uno strumento didattico, un supporto per organizzazioni ecologiste o semplicemente un esempio concreto di come la tecnologia possa generare un effetto immediato e misurabile.

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Fonte: University of Surrey