Radiofrequenze e tumori: l’esito di mille ricerche scientifiche

onde elettromagnetiche cellulare

L’Agenzia francese per la sicurezza sanitaria (ANSES) ha diffuso un documento che analizza lo stato attuale delle conoscenze sulla potenziale pericolosità delle radiazioni a radiofrequenza.

Attraverso l’analisi di circa mille ricerche scientifiche realizzate tra il 2013 e maggio 2025, i ricercatori hanno stabilito che non vi sono evidenze di una correlazione causale tra l’uso di telefoni cellulari e l’insorgenza di neoplasie. Nonostante ciò, l’organismo adotta una posizione precauzionale, suggerendo un utilizzo responsabile degli apparecchi wireless, in particolare tra i minori.

L’aggiornamento dell’agenzia francese

Dal 2013, quando l’ANSES pubblicò la precedente analisi sugli adulti, la ricerca internazionale ha accumulato una mole considerevole di informazioni sull’argomento. Tra i contributi più rilevanti figurano indagini epidemiologiche su larga scala come il progetto MOBI-kids e significative sperimentazioni tossicologiche realizzate dal National Toxicology Program degli Stati Uniti. La nuova valutazione francese ha esaminato sistematicamente tutto questo patrimonio informativo, combinando i dati più recenti con le evidenze pregresse.

Per assicurare il massimo rigore scientifico, l’ANSES ha applicato standard metodologici derivati dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), individuando circa 250 pubblicazioni scientifiche in base all’affidabilità dei disegni sperimentali e alla robustezza delle elaborazioni statistiche. L’esame ha incluso indagini epidemiologiche su gruppi umani, sperimentazioni su modelli animali e analisi dei processi biologici a livello microscopico.

Quali sono i risultati? Le sperimentazioni condotte su organismi animali e colture cellulari hanno evidenziato segnali definiti “insufficienti” dagli studiosi: alcune modificazioni biologiche sono state rilevate, ma non con una consistenza tale da rappresentare un quadro preoccupante. Per quanto concerne gli studi epidemiologici, invece, le ricerche su popolazioni esposte non hanno registrato aumenti rilevanti nell’incidenza di patologie tumorali riconducibili all’utilizzo dei dispositivi mobili o all’esposizione ambientale.

Al termine dell’esame il giudizio dell’ANSES è inequivocabile:

L’analisi, che ha integrato tutte queste nuove acquisizioni con i dati scientifici preesistenti, ha determinato che non è stato possibile identificare alcuna relazione causale tra l’esposizione alle radiazioni a radiofrequenza e lo sviluppo di patologie oncologiche.

I ricercatori sottolineano tuttavia che questa determinazione non elimina la possibilità che future indagini possano fornire nuove informazioni.

Prima della pubblicazione definitiva, l’Agenzia ha promosso nel 2024 una consultazione pubblica per acquisire osservazioni dalla comunità scientifica e dalle organizzazioni interessate. Una giornata di dibattito ha consentito a studiosi e cittadini di dialogare direttamente con gli autori dell’analisi, formulando quesiti e richiedendo delucidazioni su aspetti metodologici. Il documento diffuso nel novembre 2025 incorpora tutti i contributi pervenuti.

Modalità d’uso in trasformazione, esposizione in aumento

Le modalità con cui impieghiamo i telefoni mobili sono profondamente mutate. In Francia, il 98% delle persone oltre i 12 anni dispone di un cellulare e il 91% di uno smartphone. Le conversazioni tradizionali con l’apparecchio accostato all’orecchio stanno calando, rimpiazzate dall’impiego di auricolari e sistemi vivavoce che diminuiscono l’esposizione diretta del cranio.

Contemporaneamente, però, è aumentato drasticamente il consumo di contenuti digitali: filmati in streaming, piattaforme social, applicazioni di messaggistica istantanea. L’espansione delle reti 4G e 5G, unitamente alla maggiore concentrazione di antenne nelle zone urbane, sta determinando un incremento progressivo dell’esposizione ambientale alle radiofrequenze. Secondo l’ANSES, questi mutamenti rapidi necessitano di un controllo continuativo dei livelli effettivi di esposizione della popolazione.

Le indicazioni dell’agenzia

Nonostante l’assenza di evidenze di cancerogenicità, l’ANSES adotta un atteggiamento prudenziale e suggerisce di:

  • Impiegare gli apparecchi con moderazione, specialmente per bambini e ragazzi, maggiormente vulnerabili agli effetti di un utilizzo eccessivo delle tecnologie digitali
  • Favorire tecnologie che mantengano il dispositivo distante dal corpo, come auricolari cablati o altoparlanti durante le conversazioni telefoniche
  • Scegliere il Wi-Fi rispetto alle reti cellulari quando si è in ambienti chiusi, optando per connessioni di qualità elevata

Queste raccomandazioni si collocano in un contesto più vasto di protezione della salute connesso all’utilizzo degli smartphone: dall’influenza della luce blu sul riposo notturno alle conseguenze della scarsa attività fisica nei giovani, tematiche già esaminate dall’Agenzia in precedenti indagini.

L’ANSES non si limita a presentare conclusioni, ma delinea anche le direzioni per il futuro. Tra le priorità evidenziate nel documento figurano: uniformare i protocolli sperimentali tra studi su animali e ricerche sui meccanismi cellulari, per rendere i risultati maggiormente comparabili; continuare la sorveglianza epidemiologica mediante i registri tumori e ampie coorti internazionali come COSMOS e infine registrare sistematicamente come evolvono nel tempo le modalità effettive di utilizzo delle tecnologie wireless.

Un aspetto rilevante riguarda inoltre la fertilità, studi recenti hanno infatti ipotizzato possibili effetti delle radiofrequenze sulla capacità riproduttiva. L’Agenzia annuncia che questo argomento sarà oggetto di una nuova valutazione specialistica nei mesi a venire.

L’aggiornamento diffuso nel 2025 si focalizza specificamente sul rischio oncologico, ma l’attività dell’ANSES proseguirà anche su altri aspetti.

La determinazione degli studiosi francesi costituisce comunque un invito alla razionalità: le evidenze scientifiche attuali non supportano allarmismi sulla cancerogenicità delle radiazioni elettromagnetiche, ma l’evoluzione rapida delle tecnologie e delle modalità d’uso richiede attenzione costante, ricerca di qualità e un approccio prudente nelle pratiche quotidiane.

QUI è disponibile il documento completo dell’Anses.

Fonte: Anses