Una visione audace che divide il mondo scientifico. Reflect Orbital, società californiana emergente nel settore aerospaziale, ha presentato richiesta alle autorità federali americane per mettere in orbita un colossale specchio riflettente entro il 2026. Questo rappresenterà soltanto l’inizio di una flotta spaziale composta da oltre 4.000 dispositivi riflettenti, progettati per convogliare i raggi solari verso il nostro pianeta nelle ore notturne. La missione? Prolungare l’illuminazione diurna naturale, incrementare la generazione di energia fotovoltaica e, secondo le parole dell’azienda, “illuminare il globo quando il sole tramonta”.
In base alla documentazione presentata alla Federal Communications Commission (FCC), il prototipo satellitare denominato EARENDIL-1 verrà posizionato in orbita ad aprile 2026. Una volta operativo, dispiegherà una superficie riflettente di 18 metri per lato in grado di proiettare raggi luminosi verso aree prestabilite del globo terrestre.
La compagnia, che ha ottenuto nel 2024 un contributo di 1,25 milioni di dollari dall’U.S. Air Force, afferma che la sua innovazione permetterà di fornire “illuminazione personalizzata” a committenti istituzionali e commerciali, estendendo le ore produttive e sostenendo lo sviluppo agricolo anche dopo il calar del sole.
“Bagliore equivalente a quattro volte la luna”
Oltre la retorica dell’avanzamento tecnologico, emerge una situazione che genera forte inquietudine tra ricercatori ed ecologisti. Gli astronomi definiscono il progetto “una minaccia senza precedenti”.
John Berentine, esperto presso la Silverado Hills Observatory in Arizona, sottolinea che i fasci luminosi prodotti dagli specchi raggiungeranno un’intensità quattro volte superiore a quella della Luna piena, uno splendore destinato a compromettere non soltanto l’osservazione celeste ma anche gli equilibri naturali:
Ciascun dispositivo orbitale emetterà luce riflessa anche oltre il punto designato, irradiando ampie porzioni territoriali e sconvolgendo i cicli biologici di flora e fauna.
Dalla Royal Astronomical Society giunge identica preoccupazione. Il vice direttore esecutivo, Robert Massey, esprime giudizi severi:
Lo scopo primario di questa iniziativa consiste proprio nell’illuminare la volta celeste. Dal punto di vista dell’astronomia, rappresenta una catastrofe.
Anche gli studiosi della biodiversità confermano i pericoli. David Smith di BugLife chiarisce:
L’illuminazione artificiale spezza l’alternanza naturale tra luce e buio, compromettendo i comportamenti di innumerevoli specie, dagli invertebrati agli uccelli in migrazione.
Statistiche recenti evidenziano che la brillantezza artificiale del pianeta aumenta del 10% annualmente. Dove un tempo era possibile distinguere 250 stelle, oggi ne risultano visibili appena 100. Gli astronomi chiamano questo processo “la scomparsa silenziosa della volta stellata”.
Le dichiarazioni di Reflect Orbital
Rispondendo alle critiche, la start-up ha garantito di voler esaminare strategie per minimizzare le conseguenze dei riflessi:
I nostri fasci luminosi non saranno permanenti né estesi all’intero globo. Ogni proiezione coprirà un raggio di circa cinque chilometri per periodi limitati, generando un’illuminazione delicata, paragonabile a quella della luna.
Durante la fase sperimentale del 2026, i test appariranno come “un astro brillante in transito”, ma la società garantisce che i riflettori verranno direzionati lontano dalla superficie terrestre al termine di ogni utilizzo. Inoltre, Reflect Orbital ha dichiarato l’intenzione di realizzare uno studio completo sull’impatto ambientale prima del dispiegamento della flotta e di dialogare con organismi scientifici ed ecologisti per analizzare i rischi ecosistemici.
Ciononostante, le garanzie risultano insufficienti. Gli esperti evidenziano che, diversamente da Starlink o altri sistemi satellitari, questa operazione non produce inquinamento luminoso come conseguenza secondaria, ma ne fa il proprio obiettivo principale, come ribadito da Massey:
Non si tratta di un effetto collaterale. Costituisce l’essenza stessa del progetto.
Dietro l’attrattiva dell’innovazione emerge un interrogativo fondamentale: quali limiti dobbiamo rispettare nella manipolazione degli equilibri naturali per soddisfare le nostre esigenze energetiche?
Se da una prospettiva l’opportunità di garantire energia fotovoltaica notturna e illuminazione d’emergenza sembra innovativa, dall’altra minaccia di trasformare la notte in un perenne crepuscolo artificioso. Un firmamento dove le stelle potrebbero presto diventare soltanto un lontano ricordo.
Fonte: Reflect Orbital
