Oggetto misterioso di metallo precipita in Australia: trovato nel deserto ancora incandescente

detrito spaziale Australia

Il ritrovamento avvenuto nelle aree desertiche australiane rappresenta un ulteriore segnale d’allarme riguardo a una problematica ancora sottovalutata: i rifiuti orbitali. Attualmente, secondo le valutazioni dell’Agenzia Spaziale Europea, intorno al nostro pianeta gravitano più di 130 milioni di pezzi. Se gran parte consiste in frammenti microscopici, esistono però anche componenti di notevoli dimensioni, tra cui segmenti di vettori, satelliti fuori servizio e sonde obsolete.

Teoricamente, ogni veicolo lanciato nello spazio dovrebbe essere pianificato per un rientro gestito, diretto verso una zona isolata del Pacifico denominata Punto Nemo, considerata la “discarica orbitale” ufficiale. Praticamente, però, non tutti i programmi di lancio rispettano identiche normative: diversi oggetti permangono in orbita finché la forza gravitazionale non li attrae nuovamente, frequentemente in modo incontrollato.

Quando ciò avviene, non è garantito che l’impatto avvenga in acqua. Nel 2022, residui di un vettore cinese Long March 5B erano precipitati in Malesia e Filippine. Adesso, nel 2025, è il turno dell’Australia.

Una minaccia invisibile anche per l’ecosistema

La questione non coinvolge esclusivamente l’incolumità pubblica, ma anche le conseguenze ecologiche. Numerosi frammenti orbitali racchiudono sostanze nocive quali idrazina e ammoniaca, oppure compositi in fibra e leghe metalliche durevoli che faticano a decomporsi, come sottolinea un esperto dell’Australian Space Agency:

Ciascun elemento che rientra rappresenta un possibile agente inquinante. Non si tratta semplicemente di ferro che precipita: frequentemente sono serbatoi sotto pressione capaci di disperdere residui chimici.

Nel caso australiano, il pericolo è stato contenuto: la regione del Pilbara è scarsamente abitata e priva di copertura vegetale. Tuttavia, in circostanze differenti — nelle vicinanze di un agglomerato urbano o in una zona forestale — l’impatto avrebbe potuto provocare roghi o dispersioni dannose. Attualmente, gran parte delle missioni spaziali coinvolge aziende private e agenzie emergenti. Ma la gestione post-lancio rimane un’area indefinita, regolamentata da accordi superati.

L’Agenzia Spaziale Europea e la NASA stanno elaborando linee guida per realizzare vettori più sostenibili, capaci di disintegrarsi in sicurezza. Ciononostante, numerose nazioni non adottano standard uniformi, e ogni nuovo lancio orbitale costituisce un potenziale rottame in discesa.

L’oggetto è attualmente sotto custodia e non costituisce un rischio

La Polizia dell’Australia Occidentale ha comunicato che il frammento è stato posto sotto controllo. La Australian Space Agency ha dato inizio a un’analisi in collaborazione con l’ESA e la NASA per stabilire con precisione la provenienza del reperto.

Nel frattempo, i residenti di Newman dichiarano ancora stupore, come ha riferito un operatore minerario locale a ABC News:

Abbiamo percepito un boato nell’atmosfera, poi una luminosità arancione e vibrazioni del suolo. Credevamo fosse un meteorite.

In verità, si trattava di un residuo del nostro stesso sviluppo tecnologico che faceva ritorno sul pianeta. Questo evento dimostra quanto lo spazio non sia più “lontano”, ma componente tangibile del nostro ambiente.
Ogni missione, ogni satellite, ogni residuo costituisce un frammento di storia che, inevitabilmente, ricade. E mentre osserviamo il cielo immaginando Marte, dovremmo probabilmente iniziare a riflettere su come cessare di disseminare rottami sulla Terra.

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Fonte: Pilbara District – WA Police Force