Individuato esopianeta roccioso a 18 anni luce: un anno dura 54 giorni

GJ 251 c

Un gruppo di ricercatori ha identificato un esopianeta che potrebbe ospitare condizioni favorevoli alla vita: si chiama GJ 251 c e si trova nella costellazione dei Gemelli, a una distanza di circa 18 anni luce dal nostro pianeta. Questo corpo celeste appartiene alla categoria delle super-Terre, ovvero pianeti rocciosi di dimensioni superiori al nostro, con una massa circa quattro volte maggiore rispetto a quella terrestre.

Il pianeta GJ 251 c compie la sua rivoluzione intorno a una nana rossa chiamata Gliese 251, impiegando approssimativamente 53 giorni per completare un’orbita. La sua posizione rispetto alla stella madre lo pone all’interno della zona abitabile, quella fascia orbitale dove le temperature potrebbero consentire l’esistenza di acqua allo stato liquido sulla superficie – un elemento essenziale per lo sviluppo della vita come noi la intendiamo.

Un traguardo significativo nell’esplorazione degli esopianeti

L’annuncio, diffuso da un gruppo internazionale di scienziati, costituisce un avanzamento rilevante nell’analisi dei corpi celesti extrasolari. La relativa prossimità al nostro sistema solare rende GJ 251 c un candidato eccellente per indagini più approfondite, anche attraverso telescopi di ultima generazione, che potrebbero permettere di analizzarne la composizione atmosferica e le caratteristiche chimiche.

Gli apparati tecnologici utilizzati per questa identificazione – tra cui lo spettrografo Habitable-Zone Planet Finder e lo strumento NEID – hanno individuato il pianeta esaminando le oscillazioni luminose della stella, causate dall’influenza gravitazionale del corpo orbitante. Un’operazione estremamente accurata che ha consentito di isolare il segnale planetario dalle interferenze generate dall’attività stellare.

Condizioni incoraggianti ma non definitive

Nonostante gli elementi favorevoli, non è ancora possibile definire questo mondo come abitabile. La stella Gliese 251 è una nana rossa, una tipologia stellare caratterizzata da intense emissioni radiative e da violente eruzioni che, con il passare del tempo, potrebbero erodere o eliminare completamente l’atmosfera di un pianeta nelle vicinanze.

Inoltre, le rilevazioni attuali forniscono informazioni solamente sulla massa minima: rimangono ancora sconosciuti il diametro, la densità effettiva e la vera struttura atmosferica di GJ 251 c. In assenza di questi parametri, risulta impossibile determinare se possa effettivamente mantenere acqua liquida o se rappresenti invece un ambiente desertico e ostile.

Proprio grazie alla sua distanza contenuta, GJ 251 c diventerà uno dei principali obiettivi dei futuri osservatori astronomici, sia terrestri che spaziali, come i telescopi da 30 metri attualmente in costruzione. Le ricerche successive tenteranno di rilevare eventuali componenti gassose atmosferiche – quali ossigeno, metano o vapore acqueo – che potrebbero rappresentare segnali di processi biologici.

Comprenderemo inoltre in modo più preciso quanto le nane rosse possano realmente sostenere pianeti abitabili, una questione fondamentale nell’astrobiologia moderna: queste stelle rappresentano infatti la tipologia più diffusa nella nostra galassia.

L’identificazione di GJ 251 c ci mostra quanto il cosmo sia ricco di opportunità. Non possiamo ancora stabilire se questo esopianeta possa accogliere forme di vita, ma la sua scoperta evidenzia che mondi potenzialmente analoghi al nostro potrebbero esistere a distanze inferiori a quanto pensassimo. Ogni nuova osservazione ci porta più vicini alla risposta sulla nostra solitudine nell’universo o sull’esistenza, da qualche parte, di un altro mondo azzurro che ruota attorno alla sua stella.

Fonte: arXiv