Il lato oscuro dell’AI: piattaforme creano false immagini intime

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La questione è sempre la medesima: appena vengono chiusi gruppi su Facebook dove migliaia di individui diffondevano fotografie riservate delle compagne e piattaforme misogine che pubblicavano scatti sottratti di ragazze accompagnati da commenti raccapriccianti, ecco che emerge un altro portale colmo di fotografie di figure femminili denudate, persino celebrità, ma realizzate tramite algoritmi.

Stavolta si tratta di una piattaforma sorprendente, il cui indirizzo è protetto e “celato da numerosi livelli di mascheramento che rimandano a un’entità russa“, come racconta Selvaggia Lucarelli, una delle persone colpite. Su questo spazio digitale si è ritrovata, tra le tante, Francesca Barra, giornalista che per prima ha denunciato pubblicamente attraverso un messaggio social la presenza di sue raffigurazioni senza veli create mediante intelligenza artificiale.

Da quel momento è partita un’azione legale contro il portale, operazione tutt’altro che agevole, che vanta addirittura 7 milioni di membri registrati. Probabilmente gli stessi, e molti altri, che frequentavano Phica e simili realtà.

In sostanza, il cuore del problema rimane invariato: il fisico femminile “commercializzato” in rete, violato ripetutamente, anche attraverso l’AI. Non era sufficiente l’aggressione fisica e quella digitale, no, siamo arrivati anche all’universo distorto generato con strumenti tecnologici sofisticati.

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@Francesca Barra/IG

Caratteristiche della piattaforma

Si chiama SocialMediaGirls e, come anticipato, conta/contava circa 7 milioni di iscritti con migliaia di persone connesse continuamente, sebbene in Italia rappresentino una quota marginale.

A prima vista potrebbe sembrare l’ennesimo portale per adulti che richiede registrazione, ma la realtà è ben più complessa: ospita decine di migliaia di fotografie, ma anche registrazioni provenienti da sistemi di videosorveglianza, immagini sottratte a compagne e fidanzate inconsapevoli (ancora una volta) e persino un’applicazione per produrre contenuti espliciti.

Inoltre, esiste un’area completamente dedicata alle personalità dello spettacolo italiano, spogliate e convertite in materiale per adulti grazie all’AI: oltre 50 nomi, da Federica Nargi a Maria De Filippi, da Andrea Delogu a Cristina D’Avena, da Chiara Ferragni a Elodie fino ad Anna Tatangelo ed Elisabetta Canalis, oltre alle già menzionate Lucarelli e Barra.

Un’indagine dettagliata è stata condotta proprio da Selvaggia Lucarelli, che si è iscritta al sito insieme a Serena Mazzini.

La prima area del forum è interamente riservata agli “annunci promozionali”: spazi dove vengono pubblicizzati portali e applicazioni che permettono di generare materiale esplicito sfruttando l’intelligenza artificiale.

Bastano alcuni esempi per comprendere la natura di questi servizi:

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Sono messaggi che descrivono una nuova forma di contenuti per adulti interattivi, dove l’utilizzatore può “conversare” con figure create artificialmente, personalizzandone ogni aspetto: dall’origine etnica all’età, dal fisico alla voce, fino al carattere, o come viene definita “l’essenza“.

Numerose piattaforme utilizzano fotografie autentiche o consentono di caricare immagini personali, specificando però che devono essere “purché maggiorenni“. Non tutti gli utilizzatori sfruttano questi ambienti per oltrepassare i confini dell’AI. Alcune persone li impiegano per promuoversi, come avviene per diverse creator di OnlyFans che pubblicano anteprime invitando a seguirle.

Accanto a loro, tuttavia, si sviluppa un mondo molto più tenebroso: individui che utilizzano questi canali per commerciare, barattare o esibire corpi altrui. Tra gli annunci compaiono titoli come “La mia piattaforma di accompagnatrici” o “materiale con giovani asiatiche“, un intreccio di contenuti per adulti, sfruttamento e controllo che riduce tutto, persino le persone, a semplice prodotto digitale.

Le zone più allarmanti del forum sono due: le sezioni “Richieste” e “Altre categorie”. Qui gli iscritti condividono o scambiano materiale esplicito, talvolta prodotto con l’intelligenza artificiale, altre volte sottratto da telecamere di sorveglianza o luoghi pubblici.

Celebrità italiane denudate

Tra le sottosezioni più frequentate emerge “Italian Nude Vips”, che raccoglie migliaia di fotografie di donne italiane del mondo dello spettacolo e dei social. Analizzandola, sono state individuate 56 vittime identificabili, in un continuo e spietato scambio di richieste e materiali.

Al centro ci sono volti noti della televisione, influencer e creator di TikTok, anche molto giovani. Le loro fotografie vengono prelevate dai profili social, manipolate e ricondivise. Chi produce questi materiali acquisisce reputazione all’interno della comunità, diventando un riferimento. Il primo contenuto risale al 2 dicembre 2023, l’ultimo a pochissimi giorni fa.

Progressi nelle tecniche: il jailbreaking

L’elemento più preoccupante è la velocità con cui si affinano le metodologie. Se i primi contenuti erano fotomontaggi facilmente individuabili, oggi la manipolazione è quasi impossibile da distinguere dalla realtà.

Grazie al jailbreaking, ovvero l’elusione dei filtri imposti all’intelligenza artificiale, i volti vengono applicati a corpi virtuali con un realismo sbalorditivo. Alcune fotografie sono state persino convertite in filmati pornografici deepfake, realizzati da un bot su Telegram con oltre 285.000 utilizzatori mensili.

Questo significa che centinaia di migliaia di persone possono richiedere un filmato “interpretato” da una celebrità reale, generato in pochi istanti da un algoritmo. Il pericolo più concreto è che questi materiali vengano riutilizzati nei circuiti della sextortion, il ricatto sessuale online. Chi la pratica minaccia di diffondere fotografie intime, autentiche o create con l’AI, se la vittima non paga o non invia ulteriori contenuti.

Non è una novità che negli ultimi anni questa forma di estorsione si sia diffusa capillarmente, anche grazie alla combinazione tra deepfake e piattaforme di messaggistica difficili da controllare. Attorno a questi forum è nato un autentico mercato parallelo. Esistono utilizzatori che offrono servizi di generazione su misura, veri e propri negozi online informali dove si possono acquistare o commissionare contenuti espliciti generati dall’intelligenza artificiale.

Si possono scegliere lo stile (realistico, fumettistico, anime), la durata, l’inquadratura, persino il volto fornendo immagini prelevate dai social. I pagamenti avvengono spesso in criptovalute, per mantenere l’anonimato ed eludere i controlli.

Anche se aziende come OpenAI e Google hanno introdotto filtri severi per bloccare questi abusi, nella pratica i controlli sono deboli: le comunità online continuano a testare i limiti dei sistemi, pubblicando vere e proprie istruzioni su come generare materiale esplicito aggirando le regole.

Telecamere violate

Accanto ai contenuti creati dall’AI, esiste un’altra dimensione, ancora più diretta: quella delle telecamere violate. Nella sezione “Altre categorie” si accumulano migliaia di filmati provenienti da sistemi di videosorveglianza compromessi.

Alcuni filmati appartengono a camgirl che li usano per promozione, ma accanto a questi compaiono migliaia di registrazioni di donne completamente inconsapevoli di essere osservate.

Nelle descrizioni dei thread si trovano riferimenti a “telecamere di sicurezza”, “ambulatori medici”, “alberghi” e persino “spiagge naturiste”. In molti casi si tratta di riprese ottenute da telecamere Wi-Fi non protette, baby monitor o videocitofoni.

L’illusione della normalità

Gli iscritti commentano la qualità dei filmati, richiedono nuovi materiali, si scambiano apprezzamenti. Una catena di montaggio terribile: nessuno sembra rendersi conto che dietro ogni fotografia c’è una persona reale, anche quando pubblicano immagini delle proprie compagne addormentate o delle vicine riprese dalla finestra.

Molti dei filmati mostrano scene di vita quotidiana: persone che si vestono, parlano, si muovono ignare di tutto. Eppure vengono archiviati e catalogati come un “genere” a parte, con discussioni dedicate.

Ciò che emerge, dunque, è l’immagine di un enorme laboratorio di sfruttamento. Un luogo dove i contenuti per adulti non vengono solo prodotti, ma estratti: cercati nei flussi digitali, raffinati, manipolati e rivenduti. Un’industria parallela che si nutre di violazioni informatiche, intelligenza artificiale e indifferenza. Un ecosistema tossico dove anche molte donne si trovano, del tutto inconsapevoli, a contribuire a una macchina che trasforma i corpi in dati, e la privacy in merce.

La violazione nostra, quindi, su noi donne, diventa viscerale e quasi automatica. Difficile fermare questo flusso vizioso, in cui non puoi muoverti con libertà. Dietro l’angolo c’è sempre qualcuno pronto ad abusare del tuo corpo solo in quanto donna.

Fonte: Selvaggia Lucarelli