Le generazioni si susseguono, ma le scelte sbagliate nella protezione degli account rimangono sempre le stesse. Un recente rapporto elaborato da NordPass, piattaforma leader nella custodia delle credenziali online, dimostra quanto gli italiani siano ancora distanti dall’implementare misure di sicurezza digitale efficaci.
L’indagine, che ha monitorato il lasso temporale tra settembre 2024 e settembre 2025, dipinge un quadro allarmante: i codici di accesso maggiormente adottati nel nostro territorio coincidono con le stesse formule elementari che da tempo dominano le graduatorie internazionali. Serie numeriche basilari, termini di uso quotidiano e riferimenti alla cultura popolare facilmente deducibili rappresentano la gran parte delle opzioni scelte dagli italiani.
I codici più esposti ai rischi
In cima alla lista delle formule più diffuse in Italia si posizionano “admin“, “password” e “123456“, tre sequenze che necessitano letteralmente di istanti per essere decifrate da chi ha intenti criminali. Chi adopera ancora una di queste combinazioni dovrebbe riservare qualche momento alla sostituzione urgente.
L’aspetto realmente sorprendente si manifesta esaminando la graduatoria oltre le posizioni iniziali, dato che tra i codici più frequenti figurano imprecazioni, denominazioni di club calcistici e nomi di battesimo che verosimilmente corrispondono a quelli dei proprietari delle utenze.
Particolarmente rilevante risulta la collocazione di “Napoli1926” all’ottava piazza, con il club campano e il corrispettivo anno di costituzione che dimostrano quanto il pallone sia integrato nella tradizione italiana. Alla diciassettesima posizione si trova invece “juventus”, a riprova di questo orientamento. Non manca un pizzico di fantasia con “123stella” in nona collocazione, mentre la decima viene occupata da “perlanera“, richiamo che sembra evocare un affetto nostalgico per la serie cinematografica dei Pirati dei Caraibi.
Il riflesso culturale nelle preferenze digitali
I professionisti di NordPass hanno rilevato un aspetto curioso: dopo diversi anni di esame delle credenziali compromesse, si manifestano evidenti modelli ripetitivi connessi al territorio e alle tradizioni di ogni nazione. In Italia come negli altri Stati, i nomi e i cognomi più popolari appaiono regolarmente nelle chiavi d’accesso, sovente associati a cifre come compleanni o annate rilevanti. Formule personalizzate che, benché raggiungano raramente le posizioni di vertice delle graduatorie planetarie, costituiscono comunque una strategia di protezione estremamente debole. Questo perché l’impiego di dati personali agevolmente rintracciabili sui network sociali, oppure mediante una basilare indagine, rende queste chiavi altrettanto fragili delle sequenze numeriche primarie.
Le graduatorie
Entriamo nel dettaglio: questi sono i codici più adoperati, sia nel nostro Paese che su scala planetaria:
I 10 codici più diffusi in Italia:
- admin
- password
- 123456
- Password
- 12345678
- 123456789
- 12345
- Napoli1926
- 123stella
- perlanera
Le 10 chiavi più adoperate a livello globale:
- 123456
- admin
- 12345678
- 123456789
- 12345
- password
- Aa123456
- 1234567890
- Pass@123
- admin123
Il raffronto tra le due liste evidenzia come l’Italia non costituisca un’anomalia rispetto agli altri territori: le medesime fragilità contraddistinguono le preferenze degli utenti in ogni angolo del pianeta. La sostanziale uniformità tra le chiavi più ricorrenti su scala mondiale e quelle italiane testimonia quanto sia indispensabile un mutamento di approccio profondo sulla protezione digitale.
La divulgazione annuale di NordPass rappresenta un significativo segnale d’allarme su una problematica che coinvolge milioni di individui, perché quanto più una chiave è nota e diffusa, tanto più risulta agevole per i malintenzionati digitali decifrarla e ottenere accesso a dati riservati, conti finanziari e identità virtuali.
Fonte: NordPass
