Lo scontro legale tra Apple e Masimo, azienda californiana leader nelle tecnologie mediche, raggiunge un punto di svolta significativo: una corte federale americana ha decretato che la società di Cupertino deve versare un risarcimento di 643 milioni di dollari all’azienda concorrente per violazione di proprietà intellettuale relativa alla tecnologia di rilevamento dell’ossigeno nel sangue integrata negli Apple Watch.
Questa pronuncia giunge al termine di anni di conflitti legali, contestazioni reciproche e restrizioni alla commercializzazione, riportando sotto i riflettori il pulsiossimetro, quella funzionalità che Apple aveva presentato come elemento distintivo delle ultime versioni dei suoi orologi intelligenti.
Come hanno risposto Apple e Masimo
Il verdetto ha suscitato una reazione immediata da parte di Apple, che ha dichiarato di voler procedere con un appello. Un rappresentante dell’azienda ha bollato la sentenza come “non corrispondente alla realtà dei fatti”, evidenziando come Masimo abbia avanzato negli ultimi sei anni oltre 25 richieste di protezione brevettuale contro Apple, molte delle quali giudicate prive di fondamento o persino non valide.
Cupertino fa notare che l’unico brevetto effettivamente oggetto del contenzioso è cessato nel 2022 e concerne una metodologia di monitoraggio clinico risalente a molti anni fa, che secondo Apple risulta distante dalle tecnologie contemporanee utilizzate nei dispositivi indossabili.
Sul fronte opposto, Masimo celebra il risultato. Attraverso una nota ufficiale, l’azienda descrive questa sentenza come “un traguardo fondamentale” per la salvaguardia delle proprie innovazioni tecnologiche e dell’intero sistema di tutela brevettuale. Masimo ribadisce un concetto chiave: difendere i propri brevetti equivale a proteggere innovazioni che incidono direttamente sulla salute dei pazienti, rendendo necessario contrastare ogni utilizzo non autorizzato.
Gli effetti sulla commercializzazione degli Apple Watch
Le ripercussioni della controversia hanno superato i confini delle aule giudiziarie. La disputa sui brevetti aveva già provocato il blocco della commercializzazione negli Stati Uniti, nel dicembre 2023, delle versioni di Apple Watch equipaggiate con la funzione di ossimetria. Il divieto venne temporaneamente sospeso, ma riprese piena efficacia dal 18 gennaio 2024.
Per non dover eliminare completamente i prodotti dal mercato statunitense, Apple ha rapidamente introdotto un aggiornamento software che disabilitava la funzionalità contestata. Tuttavia, questa soluzione provvisoria non poteva rappresentare una risposta definitiva.
Dopo oltre un anno e mezzo di incertezza normativa, nell’agosto 2025, Apple ha adottato un nuovo approccio: i dati relativi all’ossigenazione sanguigna non vengono più visualizzati sull’Apple Watch, ma vengono processati e resi disponibili direttamente sull’iPhone abbinato. Una strategia che si è dimostrata vincente: le autorità doganali statunitensi l’hanno ritenuta conforme alle restrizioni imposte.
Una scelta che, tuttavia, non ha trovato il favore di Masimo. L’azienda ha infatti avviato in estate una nuova azione giudiziaria per invalidare l’autorizzazione doganale e impedire nuovamente la vendita degli Apple Watch dotati del pulsiossimetro, anche nella versione “indiretta”. Per questo ulteriore procedimento non è ancora stata emessa una decisione.
Fonte: Masimo
