Non si tratta di fantascienza né di teorie cospirative: un corpo celeste proveniente dall’esterno del nostro Sistema Solare sta emettendo acqua, e il telescopio Swift della NASA lo ha documentato con precisione. L’oggetto in questione si chiama 3I/ATLAS ed è tra i corpi interstellari più enigmatici mai individuati.
Per la comunità scientifica rappresenta una rivelazione straordinaria. Per noi, esseri umani affascinati dall’ignoto cosmico, è l’ennesima prova che l’Universo nasconde ancora segreti profondi.
Un viaggiatore cosmico di sette miliardi di anni
3I/ATLAS non è un corpo celeste ordinario. Non orbita intorno alla nostra stella, non ha origine nella fascia di Kuiper né proviene dalla celebre nube di Oort. Questo visitatore spaziale arriva dall’esterno, dalle profondità del cosmo, e potrebbe avere un’età doppia rispetto al nostro pianeta.
Quando il telescopio Neil Gehrels Swift lo ha inquadrato, non si è limitato a catturare immagini. Ha identificato emissioni ultraviolette estremamente deboli: una sorta di impronta invisibile rilevabile solo da strumentazioni altamente sofisticate.
In sostanza, un sussurro proveniente dall’oscurità siderale. Quel sussurro, tuttavia, era composto da vapore acqueo. Più precisamente, da gas idrossile (OH), una sostanza che si genera quando le molecole d’acqua si disgregano per effetto delle radiazioni ultraviolette.
E non è un evento sporadico: la cometa espelle circa 40 chilogrammi d’acqua ogni secondo, e questo mentre si trova a una distanza tre volte superiore a quella tra Terra e Sole. Un’attività anomala, impossibile da spiegare secondo le attuali teorie sulle comete.
Un fenomeno inatteso che ridefinisce le teorie su acqua e vita cosmica

A tale distanza dalla nostra stella, una cometa convenzionale resterebbe inattiva, silente, in attesa di avvicinarsi al calore solare per risvegliarsi. 3I/ATLAS invece è già operativa, dinamica, incredibilmente attiva.
Il suo comportamento ha colto di sorpresa gli studiosi. Quale è l’origine di tutta quest’acqua? Come può essere così dinamica trovandosi così distante dal calore stellare? E fondamentalmente: quali altri misteri sull’acqua cosmica ci sfuggono ancora?
Alcuni ricercatori, come l’astrofisico Avi Loeb, avanzano persino l’ipotesi più audace: e se non fosse affatto una cometa, ma un manufatto extraterrestre? Una sonda realizzata da un’altra civiltà? Al momento rimangono solo congetture. Ma il fatto concreto è che la cometa 3I/ATLAS sta sovvertendo ogni modello scientifico consolidato, e proprio per questa ragione è diventata uno degli oggetti più monitorati – e dibattuti – nella storia astronomica contemporanea.
Ciò che appare evidente, è che l’analisi di questi visitatori interstellari potrebbe rivelarci l’origine reale dell’acqua (e forse della vita) sul nostro mondo.
E forse un giorno potremo affermare: sì, le nostre radici affondano in luoghi molto più remoti di quanto immaginassimo.
