Cannibalismo tra Neanderthal: scoperta in Belgio la prova shock

Neanderthal

All’interno delle oscure profondità della caverna di Goyet, situata in territorio belga, i ricercatori hanno portato alla luce una scoperta sorprendente sui Neanderthal. Tra i resti di animali come cervi e equini, sono emersi resti di esseri umani lavorati con le stesse tecniche: incisioni precise, rotture mirate per estrarre il midollo osseo, tracce di una manipolazione sistematica e organizzata.

Questa evidenza sfida l’immagine tradizionale del Neanderthal pacifico: emerge invece un quadro di comportamenti che oggi considereremmo violenti, ma che probabilmente servivano a garantire la sopravvivenza e stabilire gerarchie tra comunità contrapposte.

L’esame dei reperti rivela una tecnica accurata e deliberata

Il team coordinato da Quentin Cosnefroy, dell’Università di Bordeaux, ha esaminato minuziosamente oltre cento frammenti ossei rinvenuti nel sito archeologico. Circa un terzo di questi presenta evidenze inequivocabili: i corpi furono smembrati da individui esperti che conoscevano perfettamente l’anatomia. Alcuni resti, una volta puliti dalla carne, vennero riutilizzati come utensili per affilare strumenti litici. Un particolare agghiacciante che tuttavia offre uno spaccato concreto sulle dinamiche di potere tra questi gruppi.

Le sei persone identificate – quattro tra donne e giovani, un bambino piccolo e persino un neonato – non avevano legami di parentela, ma appartenevano alla medesima regione. Condividevano abitudini alimentari simili e vivevano nello stesso ambiente. L’aspetto più rilevante riguarda però la loro corporatura: presentavano una struttura fisica meno robusta rispetto ai tipici Neanderthal, con ossa più gracili e delicate.

Secondo gli studiosi, questo elemento rappresenta un indizio significativo: comunità più potenti potrebbero aver attaccato soggetti considerati deboli, probabilmente membri di clan nemici. A ciò si accompagna un’interpretazione che amplia la prospettiva. Cosnefroy descrive un atto di aggressione, non un episodio legato alla carestia. Un comportamento simile a quello documentato in popolazioni umane successive: divorare parti del corpo nemico come dimostrazione di supremazia.

Nel sito di Goyet questo schema appare ricorrente: nessuna pietà verso i più giovani, nessuna differenziazione per età, nessun trattamento particolare. Esiste inoltre un contesto storico che potrebbe aver innescato questi eventi. Circa 45.000 anni or sono, nella medesima area, compaiono i primi gruppi di Homo sapiens. Introducono tecnologie venatorie innovative, una cultura differente e soprattutto un elemento critico: la competizione per risorse e spazi vitali.
Piccoli nuclei neanderthaliani, già frammentati geograficamente, si trovarono probabilmente in condizioni di crescente conflittualità. In simili circostanze la violenza diventa frequentemente la reazione predominante.

Alcuni esperti hanno ipotizzato che i responsabili potessero essere proprio i nostri progenitori. Tuttavia gli strumenti ottenuti da ossa umane, una caratteristica distintiva dei Neanderthal, suggeriscono che il conflitto fosse interno alla specie. Indipendentemente dall’autore materiale, un fatto emerge con chiarezza: a Goyet si manifestavano tensioni che oggi classificheremmo come territoriali, sociali e perfino identitarie.

Ci confrontiamo con una delle ultime testimonianze dei Neanderthal nel continente europeo. Poco tempo dopo, attorno ai 40.000 anni fa, scompariranno da questa regione. Proprio questi reperti mostrano quanto fosse ardua la loro esistenza negli ultimi millenni: condizioni climatiche severe, scarsità di prede, gruppi sempre più isolati, relazioni complicate. Le caverne di Goyet offrono un’immagine cruda ma veritiera del loro tramonto.

Fonte: Scientific Reports