In un’area apparentemente anonima nei pressi di Hradec Králové, nella Repubblica Ceca, si è consumato un ritrovamento straordinario. Durante le verifiche preliminari per la costruzione della nuova arteria autostradale D35, gli esperti hanno fatto una scoperta che ha dell’incredibile: un insediamento celtico di proporzioni enormi, perfettamente preservato e colmo di testimonianze materiali risalenti a più di duemila anni fa.
Gli specialisti descrivono l’esperienza come quella di trovarsi di fronte a un’istantanea del passato rimasta inalterata. Il suolo non aveva subito interventi agricoli intensivi nel corso dei secoli, permettendo così al complesso archeologico di conservarsi in condizioni eccezionali. Quello che è affiorato rappresenta un quadro completo di abitazioni, laboratori artigianali, aree sacre e innumerevoli manufatti che testimoniano l’esistenza di una società dinamica e integrata nel tessuto commerciale europeo dell’epoca.
Monete preziose e manufatti raffinati emergono dal terreno
Sin dalle prime fasi dell’indagine archeologica, il flusso di ritrovamenti ha superato ogni aspettativa. Monete coniate in oro e argento, ornamenti elaborati, strumenti di lavoro perfettamente identificabili, vasellame decorato con cura, frammenti di esistenza quotidiana che oggi stupiscono per il loro stato di conservazione. La mole di materiale recuperato è tale che le strutture museali locali hanno già catalogato oltre ventimila sacchetti di reperti.
Questo complesso celtico non rappresentava un nucleo abitativo marginale, bensì un nodo cruciale lungo la celebre Via dell’Ambra, quella rete di itinerari che collegava le regioni baltiche ai territori mediterranei attraverso il commercio della preziosa resina fossile. Non stupisce quindi rinvenire manufatti che testimoniano scambi con culture diverse da quella locale. Il lusso proveniva da regioni distanti e si fondeva con la produzione autoctona in modo del tutto naturale.
L’aspetto più coinvolgente della scoperta risiede nella quotidianità che traspare dai resti. Una collettività che svolgeva attività artigianali, intratteneva relazioni commerciali, realizzava ceramiche pregiate, lavorava i metalli e praticava rituali in un’area cultuale. Tutto questo affiora dalla terra con un’intensità che colpisce profondamente.
I ricercatori non hanno ancora identificato con precisione quale tribù occupasse questo territorio. La cultura materiale rimanda a quella di La Tène, diffusa in ampie zone dell’Europa celtica, ma l’assenza di testimonianze scritte o simboli distintivi impedisce di formulare conclusioni definitive. Una situazione che stimola l’immaginazione senza tradire il rigore scientifico.
Un fulcro vitale dell’antico commercio dell’ambra
Il valore di questa scoperta non risiede esclusivamente nella quantità dei materiali recuperati, ma nell’immagine d’insieme che ne deriva. Ogni singolo elemento contribuisce a delineare la vivacità di un centro pienamente coinvolto nelle dinamiche commerciali del periodo. Una comunità che fabbricava prodotti apprezzati, che ospitava mercanti e viaggiatori, che prosperava grazie ai collegamenti con territori remoti.
Gli studiosi definiscono il sito come un punto strategico della rete mercantile antica. Anche ricercatori esterni al progetto, come lo specialista viennese Maciej Karwowski, hanno evidenziato come questo ritrovamento contribuisca in modo significativo alla comprensione della geografia economica dell’Europa precedente alla conquista romana.
Nelle settimane a venire, il pubblico avrà l’opportunità di ammirare i reperti in un’esposizione appositamente allestita. Saranno esposti sia gli oggetti di maggior valore, sia quelli legati alla vita di tutti i giorni: proprio questi ultimi offrono la testimonianza più autentica dell’identità delle persone che animavano questo insediamento celtico così straordinario.
Il pensiero che la realizzazione di un’infrastruttura stradale avrebbe potuto distruggere tutto questo patrimonio genera un senso di inquietudine. Fortunatamente, questa volta il sottosuolo ha rivelato i suoi segreti prima dell’arrivo delle macchine operatrici.
Fonte: muzeumhk
