Secondo i risultati di una recente indagine condotta dal dipartimento dei trasporti statunitense, la qualità della guida dei cittadini ha avuto un netto incremento nelle aree in cui è maggiormente diffusa la tecnologia Machine to Machine (M2M), ovvero nelle aree in cui le automobili comunicano informazioni sia tra loro, sia verso l’esterno, costituendo una sorta di rete.
Pensare che i circa 265 milioni di veicoli che si muovono ogni giorno sulle strade statunitensi possano un giorno far parte di un’unica rete informativa è, attualmente, ancora una prospettiva lontana. Ma già oggi, alcune auto dotate della tecnologia M2M consentono un miglioramento significativo delle condizioni di sicurezza.
Ad esempio, è stato sufficiente dotare alcune auto di telecamere che vengono attivate automaticamente quando il conducente, secondo quanto riportato dalle misure di accelerazione rilevate dai sensori a bordo, sta seguendo uno stile di guida pericoloso, per dissuadere molti neo-patentati dal commettere imprudenze, che verrebbero immediatamente visualizzate dai genitori, collegati in rete proprio con quelle telecamere.
Soltanto a seguito dell’introduzione di tale espediente, che arriva appena a scalfire la superficie del potenziale rappresentato dalle tecnologie M2M, gli incidenti tra teenager nelle aree esaminate si sono ridotti del 70%.
La costruzione di una vera e propria rete dati tra veicoli, processo senz’altro non banale e per sua natura destinato ad aver luogo in tempi lunghi (necessari per il ricambio dei modelli di automobile non ancora dotati di strumenti adeguati) potrebbe però rappresentare una vera e propria svolta. Ad esempio, consentendo di rilevare eventuali incidenti in tempo reale, intervenendo in modo tempestivo, o ancora di poter scegliere il proprio percorso secondo le condizioni di traffico.
Damiano Verda