Plutone, attimi di panico a una settimana dall'arrivo della sonda New Horizons della Nasa. L'atteso momento, previsto per il 14 luglio prossimo, poteva essere guastato da un blackout delle comunicazioni, avvenuto il 4 luglio.
Per fortuna, nonostante le enormi distanze tra i tecnici di terra e Plutone (5 miliardi di km!), l'anomalia è stata risolta e la comunicazione da allora è stata ristabilita. Il centro operativo di missione del Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory ha perso il contatto con la navicella spaziale senza equipaggio quando mancavano 10 giorni all'arrivo ma è riuscito a recuperarle circa 12 ore dopo.
In questo arco di tempo, spiega la Nasa, l'autopilota a bordo della navetta ha riconosciuto un problema e - come è programmato in una situazione di questo tipo - è passato al computer di riserva portando la sonda spaziale in modalità provvisoria:
“New Horizons poi ha cominciato a trasmettere la telemetria per aiutare gli ingegneri a diagnosticare il problema”.
Per via della 9 ore necessarie a inviare i messaggi alla Terra, viste le enormi distanze che ci separano da Plutone, il totale recupero dei dati sarà completato oggi.
Intanto la sonda sta continuando a scattare delle immagini ad alta risoluzione di Plutone, tra cui una che mostra le quattro misteriose macchie scure su Plutone che hanno accesso la curiosità degli appassionati di tutto il mondo. Il Reconnaissance Imager Long Range (LORRI) ha ottenuto tre immagini tra il 1° e il 3 luglio, prima dell'anomalia.
E in futuro? Cosa farà New Horizons? Partita a gennaio del 2006, la sonda della Nasa raggiungerà Plutone per poi proseguire verso la fascia di Kuiper. Quest'ultima è una fascia esterna rispetto all'orbita dei pianeti maggiori del nostro sistema solare, formata da corpi minori.
L'obiettivo della missione è quello di saperne di più sulla geologia e la morfologia del pianeta nano Plutone e del suo satellite Caronte, creando anche una mappa della loro superficie e analizzandone l'atmosfera.
Francesca Mancuso
Foto: Nasa
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