Un guasto sull’Iss registrato mercoledì 11 dicembre e gli astronauti in passeggiata spaziale straordinaria e forzata. Uno dei sistemi di raffreddamento delle apparecchiature elettroniche è andato infatti in avaria, costringendo due degli occupanti, Thomas Marshburn e Christopher Cassidy, ad un intervento esterno. Nessuno è mai stato comunque in pericolo di vita e l’allarme sembra ora del tutto rientrato.
Il problema rientra nella casistica dei cosiddetti ‘Big 14’, che la Nasa e i suoi partner si aspettano di affrontare in modo occasionale durante le operazioni della stazione spaziale. Una valvola ha registrato in particolare un malfunzionamento, provocando la fuoriuscita di ammoniaca, il liquido usato per raffreddare le apparecchiature elettroniche a bordo della stazione spaziale. Non essendo stato possibile riparare il danno via software, è divenuto necessario l’intervento esterno.
“L’equipaggio non è mai stato in pericolo - ha precisato subito il portavoce della Nasa Josh Byerly - Stanno tutti bene”. Si è dovuto lavorare per mantenere il raffreddamento attivo, spostando alcuni sistemi elettrici su un secondo circuito di sicurezza. All’interno del nodo Harmony e dei laboratori Kibo e Columbus è stata poi tolta potenza ad alcune apparecchiature non fondamentali a scopo precauzionale, e nel frattempo i tecnici stanno lavorando per capire cosa abbia causato il guasto, in modo da ripararlo definitivamente.
Nessun vero allarme comunque. Tra l’altro, dopo l’incidente avvenuto lo scorso luglio alla tuta spaziale di Luca Parmitano, sembra che la Nasa abbia compiuto notevoli progressi su problematiche come queste. “Abbiamo riparato [la tuta] per una passeggiata spaziale di emergenza, se avremo bisogno di farne una” ha riferito Kelly Humphries, un altro portavoce della Nasa.
Ricordiamo che attualmente sull’Iss ci sono due americani, tre russi e un giapponese, che la stazione è stata occupata ininterrottamente dal 2000 da personale che trascorre turni di servizio in genere della durata di 4-6 mesi e che tra poco approderà anche un’altra italiana, Samantha Cristoforetti.
L’attuale piano prevede che la stazione spaziale dovrà essere mantenuta fino al 2020, anche se gli Stati Uniti e gli altri 14 paesi a sostegno del progetto stanno già pensando di prolungare la sua vita operativa.
RDC
Foto: Nasa
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