Riassumere i 30 anni di voli spaziali per mezzo dello Space Shuttle, con le soddisfazioni, le ansie, i brividi e i ritardi, le scoperte è sicuramente un’impresa difficile. Il progetto Space Shuttle nacque negli anni ’60, quando la Nasa sentì l’esigenza di dotarsi di un veicolo spaziale in grado di rientrare sulla Terra con un atterraggio convenzionale su pista di atterraggio. Inoltre, tale veicolo avrebbe dovuto essere riutilizzabile per un gran numero di missioni al fine di diminuire i costi dei lanci spaziali.
I primi passi verso lo spazio risalgono al 1959 con l’aerorazzo North American X-15, una via di mezzo tra aereo e veicolo spaziale. Dieci anni dopo, nel 1969, la Nasa inviò alle più importanti industrie aerospaziali americane una richiesta di offerta per la progettazione di un sistema di trasporto riutilizzabile. La gara venne vinta nel ’72 dalla Rockwell International, presentando un progetto nel quale lo Space Shuttle Transportation System (come venne definito dalla Nasa con l’acronimo STS) era costituito da una navetta, l’Orbiter, un serbatoio esterno per l’idrogeno e l’ossigeno liquido e due Boosters a propellente solido.
Il primo esemplare ad essere costruito fu l’Enterprise, destinato alle sole prove di volo senza equipaggio e vincolato sul dorso del Boeing 747 di proprietà della Nasa. Era il 17 settembre 1976. Il 12 aprile 1981 è la data con la quale prese il via dal Kennedy Space Center la prima missione STS- 1 con a bordo due soli membri di equipaggio, John Young e Robert Crippen. Al Columbia, destinato dunque al primo lancio, seguirono altri tre esemplari, il Challenger, il Discovery e Atlantis. Dopo la tragedia del Challenger, nel 1986, fu l’Endeavour a sostituirlo.
Tragedia. La storia dello Space Shutlle è segnata da due terribili momenti. Il 28 gennaio 1986 giunse la prima giornata nera dei voli spaziali Nasa. L’esplosione del Challenger avvenuti a pochi secondi dal lancio provocò la morte di 7 astronauti. Il programma subì un’interruzione di 36 mesi, durante i quali si apportarono le modifiche ai boosters che erano stati all’origine della sciagura. La seconda terribile giornata fu vissuta l’1 febbraio 2003. Questa volta fu il Columbia a distruggersi in volo, in fase di rientro. Il programma si bloccò per soli due anni. La costruzione della Stazione Spaziale Internazionale premeva sul tempo.
Tra i momenti eroici dello Shuttle, indimenticabile rimane quello legato al Telescopio Spaziale Hubble. Più volte il telescopio è stato riparato nelle missioni successive il suo posizionamento. Da allora, Hubble non ha mai smesso di regalarci le più belle immagini dell’Universo. Fino a oggi, visto che festeggia la sua milionesima immagine di un esopianeta da scoprire.
Innumerevoli le immagini legate alla Luna o al Sole e alla Terra e il cielo stellato guardato da una navetta. E innumerevoli le foto che ritraggono gli astronauti dello Shuttle alle prese con l’assenza di gravità o con giochi spiritosi.
La storia dello Shuttle è anche legata ai numerosi esperimenti effettuati durante le sue missioni. Nella STS- 115, furono studiati i batteri comuni. Lo studio portò alla consapevolezza che, nella ridotta gravità dello spazio, alcuni di essi diventavano ancora più nocivi. In particolare, quello della Salmonella.
Sullo Shuttle volò anche una rosa. Era il 1999. L’esperimento, terminato con successo, era mirato a capire come si espandono gli odori ad una gravità così esigua. Ciò avrebbe aiutato a provvedere al benessere degli astronauti in volo. In una delle prime missioni, nel ’93, si sperimentò la produzione di proteine in ambiente di microgravità. Fu uno studio decisamente importante con lo scopo di produrre medicine più efficaci.
Qualche giorno prima del lancio di Atlantis, l’amministratore della Nasa, Charles Bolden, si era pronunciato sul futuro dell’agenzia spaziale di cui è a capo. Riprendendo il pensiero del presidente Obama, affermò che gli Usa non avrebbero perso la loro leadership nella ricerca spaziale. Di primaria importanza, diventa però la conquista di Marte.
Umberto Guidoni, due volte nello spazio, afferma: “Credo che Bolden abbia fatto i conti con quella che definiamo l’orbita bassa, capendo che questo è ormai un ambito tecnologicamente maturo da essere lasciato in mano alle imprese commerciali e militari. […] A fronte di questo, Bolden e Obama hanno messo in primo piano la conquista umana di Marte. Il progetto Luna è abbandonato e se si parla di fasi intermedie queste riguardano gli asteroidi. D’altronde il programma lunare di Bush l’America di oggi non era in grado di affrontarlo e economicamente e il programma di Marte permette di spostare in avanti nel tempo gli investimenti e di fare una pianificazione a più lungo termine”.
Lo Space Shuttle lascia il posto a progetti come quello che interessa la navicella MPCV (Multi-Purpose Crew Vehicle). Questo mezzo sembra l’evoluzione di Orion, navetta del Programma Constellation che, nel 2020, avrebbe dovuto riportare l’uomo sulla Luna.
Molti i progetti e i programmi per il futuro. Un futuro che comunque sembra molto lontano. Nel frattempo, la fauna del Merritt Island National WIldlife Refuge che ospita il Kennedy Space Center ritornerà ad essere padrona incontrastata. E a noi non spetta che recarci nei musei ai quali Discovery, Endeavour e Atlantis sono stati destinati. Un pellegrinaggio dovuto per continuare a sognare la conquista dello spazio da parte dell’uomo.
Federica Vitale
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