SeaOrbiter: l'unione perfetta tra abisso e universo

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Si tratta di una nuova generazione di navi da esplorazione. È il SeaOrbiter, il risultato ed il culmine di 30 anni di ricerca dedicati ad un'architettura bionica, rivolti alla comprensione e all'esplorazione dell'ambiente marino. Il progetto dovrebbe partire nel 2014 e tra i partner internazionali anche la Nasa e l'Esa.

SeaOrbiter si inserisce nella storia delle grandi esplorazioni del nostro universo, guidate da illustri predecessori e grandi avventurieri, come Jules Verne, Jacques-Yves Cousteau e Jacques Piccard, solo per citarne alcuni. Riconosciuta per i suoi successi a livello internazionale grazie al Pavillon de la Mer, tenutosi a Kobe, in Giappone, questa meraviglia di architettura marina è opera di Jacques Rougerie, noto per essere anche il creatore dei centri Océanopolis Mer Brest e Nausicaa a Boulogne sur Mare, oltre ai progetti di habitat sottomarini come Galatea, Seahorse e imbarcazioni innovative come Aquascope e Aquaspace.

Lo scopo di SeaOrbiter, dunque, è quello di favorire l'emergere di un nuovo rapporto tra l'uomo e il mare, insieme alla consapevolezza e alla voglia di soddisfare le esigenze di un futuro responsabile sulla base dei precetti di sviluppo sostenibile, in particolare quelli connessi con il mare.

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La sua missione è quella di esplorare un oceano in gran parte sconosciuto per affinare la conoscenza dell'ecosistema marino e comprendere la sua influenza sul clima, in particolare nel contesto attuale segnato dal riscaldamento globale.

Un domani, probabilmente, la nuova generazione di navigatori sarà dedita a lunghi soggiorni, alcuni rivolti alle famiglie numerose di esploratori. Un viaggio contrassegnato da giornate di osservazione subacquea e notti trascorse a monitorare l'inesauribile ricchezza di forme di vita marina. Insomma, un accesso permanente e facile al mondo subacqueo, per una perfetta simbiosi con il mondo sottomarino.

SeaOrbiter, un ibrido tra una nave e un sottomarino, sosterrà l'impegno di una grande avventura umana a scopo educativo, con una vocazione scientifica e una profonda e attenta comunicazione, come le grandi esplorazioni marittime dei secoli passati. A bordo, per la prima volta in assoluto, un equipaggio composto di 18/22 persone che vivrà navigando i mari 24 ore su 24, impegnato in un'osservazione continua e per lunghi periodi del mondo subacqueo fino a 6 mila metri di profondità. Membri di equipaggio suddivisi in 10 unità in pressione atmosferica e 8 acquanauti ospitati in ambiente pressurizzato nella zona sommersa.

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Un laboratorio sperimentale di 58 metri di altezza, il SeaOrbiter metterà alla prova una serie di tecnologie innovative, in particolare quelle connesse con l'uso delle energie rinnovabili marine e l'impegno di aprire nuovi settori di applicazione nel campo delle molecole marine, sia per il consumo umano sia nella farmacopea del futuro. Una piattaforma di 24 metri di diametro e 12 di profondità, progettato per stabilizzarsi in caso di tempeste.

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Tra le sue numerose applicazioni, SeaOrbiter fornisce una riconciliazione nuova e legittima, quella tra l'abisso e il cosmo. Dotato di un modulo pressurizzato per la simulazione di uno spazio reale, SeaOrbiter offre al suo equipaggio di astronauti-navigatori condizioni vivibili in ambienti estremi, dove possono essere svolte attività subacquee simili a quelle che si effettuano nello spazio. Infine, esso consentirà anche agli archeologi subacquei la possibilità di estendere le loro indagini al di là delle vestigia del passato e di allargare i proprio orizzonti verso i vecchi relitti sommersi da secoli.

Federica Vitale

Image Credit: DailyMail.co.uk

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