Marte, molto spesso, viene associato alla Terra per le sue caratteristiche ed è considerato uno dei più papabili candidati ad ospitare l'uomo fra qualche secolo. Ma se in futuro, il nostro destino passerà per il Pianeta Rosso, in passato non è stato così. Perchè Marte, nella sua evoluzione, ha seguito un percorso molto diverso da quello della Terra.
Innanzitutto, a livello temporale. Il pianeta rosso infatti si è formato in un tempo brevissimo, si fa per dire: circa 2-4 milioni di anni. Una bazzecola rispetto a pianeti come il nostro, che ne hanno impiegati tra i 50 e i 100 milioni. Ma se oggi noi possiamo vivere sulla Terra, è anche per questo. La lunga 'gestazione' infatti avrebbe avuto come risultato le condizioni che oggi ci permettono di farlo.
Marte è cresciuto troppo in fretta, fermandosi nella sua vita, allo stato di 'pianeta embrionale'. La Terra invece ha avuto un'evoluzione lunga e piuttosto turbolenta, subendo in origine varie collisioni con altri proto-pianeti. Tali eventi, se da una parte hanno allungato i tempi di crescita del nostro pianeta, dall'altra hanno favorito il raggiungimento delle sue dimensioni fornendole le caratteristiche utili alla vita. Poche collisioni invece avrebbero turbato Marte all'origine.
Gli autori della scoperta sono stati Nicolas Dauphas dell’Università di Chicago e Ali Pourmand, dell’Università di Miami, che hanno esaminato i resti dei meteoriti marziani usando come 'cronometro' il rapporto fra gli isotopi di due elementi, l’afnio 182 e il prodotto del suo decadimento, il tungsteno 182.
Sempre meno segreti, dunque, su Marte. Anche se non sempre tutto va come sperato. Già da qualche mese, dal 22 marzo di quest'anno, la Nasa ha perso i contatti con il rover Spirit, impegnato sul suolo marziano. Vano ogni tentativo effettuato in questi due mesi. Del robot nessuna traccia.
Probabilmente, Spirit non è riuscito a 'sopravvivere' al freddo dell'inverno marziano, mancando anche l'energia necessaria a far partire i suoi riscaldatori di sopravvivenza. Molti componenti critici e le sue connessioni potrebbero essere state danneggiate dal freddo, secondo gli esperti della Nasa. Consoliamoci pensando che sull'altra faccia del pianeta, nelle pianure del Meridiani Planum all'equatore marziano, sta operando Opportunity, l'altro dispositivo, approdato quasi contemporanemanete a Spirit su Marte.
Fallito ogni tentativo di recuperare i contatti con Spirit, la Nasa adesso si impegnerà alla messa a punto di Curiosity, il prossimo a partire per il pianeta rosso.
Francesca Mancuso
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