Ancora immagini suggestive provenienti dallo spazio più profondo. E questa volta grazie a Spitzer, il telescopio spaziale per radiazione infrarossa della Nasa. Gli astronomi hanno scoperto che le emissioni simmetriche di una stella nascente sono in ritardo rispetto al periodo di tempo calcolato per la loro formazione completa.
La scoperta aiuterà gli scienziati a comprendere il normale processo di formazione delle stelle. Per il momento si concorda sul dato che un corpo celeste nasca all'interno di una nube di gas e polveri in fase di collasso. Durante tale sviluppo, attorno alla stella in fase embrionale, si forma un disco di materia in rotazione dal quale, in breve tempo, si aggregheranno dei piccoli corpi planetari che, a loro volta, genereranno pianeti simili a quelli presenti nel nostro sistema solare.
“Ancora molti studi saranno necessari per determinare l’origine di questi ritardi”, spiega Alberto Noriega-Crespo del Nasa’s Spitzer Science Center del California Institute of Technology di Pasadena. E aggiunge: “Per il momento siamo al corrente del fatto che, in almeno un caso, sembra esserci un ritardo che sembra significare una sorta di comunicazione tra le emissioni.”
Queste emissioni sono parte della fase attiva di una giovane stella. Nel momento in cui la stella brilla di luce propria, le emissioni si estinguono e il disco di materia si disperde. La scoperta è stata effettuata in particolare su Herbig-Haro 34, uno di questi getti. Le osservazioni hanno limitato la zona di analisi attorno alla stella ad un raggio di 3 unità astronomiche, che equivale alla distanza tra il Sole e la Terra.
Una delle emissioni di Herbig-Haro 34 è una vecchia conoscenza per gli astronomi, mentre le altre sono rimaste ignote fino al rilevamento delle immagini dei giorni scorsi. La sensibilità degli infrarossi di Spitzer hanno reso possibile rivelare l’emissione fino ad oggi oscurata. “Il posto in cui la Terra si trova oggi, forse, è stato davvero burrascoso in passato; polveri e gas venivano emessi dal disco e proiettati verso il giovane sole”, spiega Alex Raga della Universidad Autònoma de México. E conclude: “Se così fosse, la formazione dei pianeti dipende da come e dove termina questo fenomeno”.
Sarebbe proprio la simmetria tra i due getti ad essere la chiave del ritardo. Gli astrofisici ipotizzano che la comunicazione tra le emissioni di Herbig-Haro 34 sia alterata. Solo conoscendo la durata del ritardo e la velocità del suono si potrebbe calcolare la dimensione massima del nucleo di sviluppo dell’emissione.
Non resta che attendere nuove immagini catturate dal telescopio Spitzer, in orbita per effettuare le sue osservazioni dal 2009.
Federica Vitale