Fra circa 8 anni, i robot potrebbero ufficialmente fare il loro ingresso nelle nostre case. Ad annunciarlo è stato l'Istituto Italiano di Tecnologia, che ha raggiunto nuovi risultati con iCub, il “robot-bambino”.
Il piccolo robot potrebbe dunque diventare il nostro nuovo inquilino. Gli elettrodomestici avranno dunque un rivale intelligente, in grado di aiutare l'uomo nei lavori quotidiani ma capace all'occorrenza di assistere anche anziani, bambini e persone affette da disabilità.
Di recente, il piccolo cucciolo di robot dell’Istituto Italiano di Tecnologia è riuscito anche a rimanere saldo sulla sua gamba, nonostante le sollecitazioni e le spinte, improvvisando anche una danza e dimostrando tutta la sua agilità.
“Il concetto di equilibrio e controllo accoppiato dei movimenti braccia-gambe cui sono arrivati i ricercatori dell’IIT e Giorgio Metta, direttore di iCub Facility, grazie ai risultati dei progetti EU Codyco e Koroibot, con il contributo di Francesco Nori e Lorenzo Natale, è un passo fondamentale che permetterà a iCub di scegliere quale azione generare in una particolare situazione, rendendolo così dinamicamente interattivo” spiega l'Iit. “Una capacità fondamentale per lavorare con l’uomo ed eventualmente assisterlo, soprattutto bambini o anziani ma anche persone che hanno perso temporaneamente o stabilmente le proprie funzionalità”.
Il video che segue mostragli ultimi risultati conseguiti da iCub nel controllo di tutto il suo corpo:
Gli scienziati stanno studiando anche per realizzare un robot meno costoso, come ha spiegato all'Ansa Giorgio Metta, direttore della iCub Facility dell'Iit. "Entro un anno contiamo di avere il prototipo e poi sarà la volta della fase industriale, che fra 7-8 anni potrebbe portare i robot nelle case. Stiamo lavorando su materiali nuovi, come plastiche rinforzate con il grafene" in grado di garantire robot "morbidi e rassicuranti".
Ma chi è iCub? Si tratta di un robot androide sviluppato presso l'Iit, alto 104 cm e dal peso di 22 kg. Per il suo aspetto somiglia a un bambino di circa tre anni. Il piccolo automa ha 53 sistemi di movimento che coinvolgono la testa, le braccia e le mani, la vita, e le gambe. Può vedere e sentire, ha il senso della propriocezione (configurazione del corpo) ed è capace di muoversi nello spazio usando accelerometri e giroscopi.
Nato nell'ambito del progetto europeo RobotCub e successivamente adottato da più di 30 laboratori tra Europa, Usa, Giappone e Sud Corea, attualmente iCub è sviluppato congiuntamente al RobotCub Consortium, una società formata da alcune università europee. Il progetto è open-source sia per il software disponibile gratis che per l'hardware.
L'obiettivo? Permettergli di interagire al meglio con l'uomo o comunque in un ambiente umano. “L’Internet of Things – la rete incorporata negli oggetti domestici – è uno dei principali trend tecnologici che maggiormente influenzeranno la nostra quotidianità. La robotica sarà necessariamente parte dell’internet delle cose” rivela l'Iit. “Chi svilupperà per primo le piattaforme in grado di dare un corpo alle potenzialità oggi contenute nei PC, nei tablet e nei nostri smartphone, determinerà lo sviluppo delle macchine e dei servizi che domineranno i prossimi decenni”.
Francesca Mancuso
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