I cyborg esistono davvero, ecco i 7 robot umani più famosi

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I cyborg non sono più roba da fantascienza, esistono davvero. Non ci credete? Ecco i sette cyborg realmente esistenti, persone che intenzionalmente sono volute diventare degli “uomini-robot”.

1. Neil Harbisson

L'artista Neil Harbisson è nato con l'acromatopsia (o daltonismo estremo), perciò poteva vedere solo in bianco e nero. Oggi, invece, riesce a vedere anche i colori che vanno oltre la normale percezione umana. Ciò è possibile perché ad Harbisson è stato impiantato un “eyeborg”, un occhio elettronico che fa percepire i colori come i suoni della scala musicale. In altre parole questo occhio bionico permette di "sentire" il colore. Harbisson si è adattato all'eyeborg a tal punto che il suo cervello ha formato dei nuovi percorsi neurali, che gli permettono di sviluppare un tipo avanzato di percezione. “All'inizio - ha spiegato Harbisson - ho dovuto imparare a memoria i nomi di tutti i colori e le note, e dopo qualche tempo tutte queste informazioni sono diventate una percezione. Quando ho iniziato a sognare a colori, ho sentito come se il mio cervello ed il software si fossero uniti in una cosa sola".

2. Kevin Warwick

Kevin Warwick, professore di cibernetica all'Università inglese di Reading, prende molto seriamente il suo lavoro. Così seriamente che è diventato un tutt'uno con esso. Warwick è il fondatore del “Project Cyborg”: utilizzando sé stesso come cavia, il suo obiettivo è diventare il cyborg più completo al mondo. Warwick sta sperimentando diversi impianti elettronici dal 1998, quando installò un microchip nel suo braccio che gli ha permesso di azionare porte, luci, termosifoni ed altri computer in remoto, semplicemente muovendosi da una stanza all'altra.

4. Jens Naumann

Dopo un paio di bruttissimi incidenti, Jens Naumann divenne cieco ad entrambi gli occhi. Ciononostante non ha mai perso la speranza che un giorno avrebbe riacquistato la vista. Il suo sogno divenne realtà nel 2002, quando Naumann divenne il primo uomo al mondo ad essere dotato di un sistema di visione artificiale. Il suo occhio elettronico è collegato direttamente alla sua corteccia visiva attraverso degli impianti cerebrali. A differenza di altri impianti cibernetici, che traducono le informazioni visive in un senso diverso (come l'udito o il tatto), Naumann riesce effettivamente a"vedere" il mondo. Anche se ci sono dei limiti (può vedere solo vagamente le linee e le forme), la sua visione tecnicamente è stata ripristinata. In chiave futura possiamo ipotizzare dei sistemi di visione artificiale che consentiranno agli utenti di vedere anche oltre la normale percezione umana.

6. Jerry Jalava

Jerry Jalava è l'esempio perfetto di come non ci sia bisogno di essere un genio della robotica per diventare un cyborg. Dopo aver perso un dito in un incidente motociclistico, Jalava ha deciso di incorporare una porta USB da 2GB nella sua protesi. Anche se non carica le informazioni direttamente nel suo sistema nervoso, di sicuro è più utile di un portachiavi USB.

Antonino Neri

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