
Per chi ancora crede che il nostro sia un paese per bamboccioni, farà specie sapere che è quasi tutta italiana la scoperta di una tecnologia in grado di produrre materiali perfetti. Leo Miglio dell'Università di Milano-Bicocca, Giovanni Isella del Politecnico di Milano, Hans von Kanel e Claudiu Falub del Politecnico di Zurigo, sono gli autori della tecnologia che prende il nome di crescita per impilamento, in grado di far ottenere prestazioni elevate dai materiali depositati sopra il silicio.

Teletrasporto? No, non esattamente. Stampante tridimensionale a distanza? Nemmeno. Questo è davvero un progetto dalle potenzialità straordinarie: si chiama Claytronics (parola composta da Clay, argilla, e tronics, che sta per electronics). Seth Goldstein e Todd Mowry, due ricercatori della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, stanno lavorando a questa idea destinata a cambiare il concetto di utilizzo dell’informazione trasmessa.

Schermi sottili e flessibili come carta. È questa la nuova frontiera, ormai davvero vicina, soprattutto grazie all'ultimo lavoro portato avanti dai ricercatori dell'UCLA, l'University of California Los Angeles. Il team, guidato da Maher El-Kady grazie al comune laser per realizzare i DVD sarebbe in grado di realizzare schermi con le dimensioni di un foglio di carta, ma molto speciali, fatti di grafene.

Nuovi materiali bidimensionali stanno nascendo nel nostro universo quadrimensionale, e il merito della loro futura applicazione spetta ai premi Nobel del 2010 Konstantin Novoselov e Andre Geim. I due fisici sono riusciti ad ottenere, dalla normale grafite che ogni giorno utilizziamo per disegnare, un materiale “bidimensionale” il cui spessore è di un solo atomo; anche se, è doveroso farlo presente, il grafene, così com’è stato chiamato, non è un vero e proprio materiale 2D, in quanto gli atomi, se pur infinitamente piccoli, possiedono comunque tre dimensioni spaziali. Bisogna ammettere,però, che in quanto a spessore, il grafene, non teme rivali.

L’eccezione che conferma la regola secondo gli studiosi, che non vogliono screditare la teoria dell’effetto fotoelettrico, per la quale Albert Einstein fu insignito del premio Nobel per la Fisica nel 1905: i ricercatori dell’Università di Gottingen (Germania) annunciano infatti la creazione di particolari nanomateriali che inducono gli elettroni a comportarsi in modo differente da quanto previsto dal genio tedesco trapiantato negli Stati Uniti.

Un sapone magnetico in grado di attirare il petrolio? Nella ridente cittadina di Bristol, a poco più di due ore dalla capitale inglese, un gruppo di ricercatori ha elaborato e messo a punto la prima ricetta per produrre un sapone capace di rispondere ad un campo magnetico: una scoperta che potrebbe rivoluzionare le tecniche di pulizia industriale attualmente in uso, e non solo.

La polietilenimmina (Pei), polimero a basso costo ottenuto dalla molecola organica aziridina, è in grado di catturare l’anidride carbonica, prodotta sia dalle piante che dalle attività umane. Questa scoperta, che porta la firma di un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Ricerca sugli Idrocarburi di Loker dell’Università della Southern California (Usa) guidati da Alain Goeppert, potrebbe significare una sensibile riduzione dell’inquinamento, evitando l’assorbimento di questo gas negli strati più alti dell’atmosfera.

Un nuovo materiale proteggerà i cibi dall’attacco dei microorganismi. Arriva dal Politecnico Federale (Eth) di Zurigo (Svizzera), dove un gruppo di ricercatori guidato da Lukas C. Gerber ha trovato il modo di ottenere una sorta di antibiotico sotto forma di pellicola, in grado cioè di attaccare e letteralmente mangiare i batteri che vi entrano in contatto. Le ricerche si sono basate sulla ricopertura di famosi formaggi come il Brie e il Camembert, e potrebbero essere molto utili all’industria alimentare.