Ibm. Tra 5 anni i computer avranno tutti i 5 sensi: il '5in5' del 2012 è stato infatti dedicato al futuro che porterà i calcolatori a vedere, sentire, odorare, nonché a disporre di un palato digitale e di senso del tatto. La cosa non dovrebbe stupire, visti i grandi progressi della tecnologia compiuti negli ultimi anni, alcuni dei quali stanno andando in quella direzione.
"Uno degli aspetti più intriganti di questo cambiamento è la nostra capacità di dare alle macchine alcune delle funzionalità del lato destro del cervello umano –ha scritto Bernard Meyerson, Chief Innovation Officer di Ibm- Le nuove tecnologie consentono alle macchine di imitare e potenziare i nostri sensi. Oggi vediamo gli inizi con i sistemi di rilevamento di parcheggio auto e quelli biometrici di sicurezza e il futuro è spalancato".
Diversi passi sono infatti già stati fatti, come per il senso del tatto: la tecnologia touchscreen è ormai di prassi sui dispositivi mobili come smartphone e tablet, e da poco è arrivata anche sui computer veri e propri, come quelli pensati per Windows 8. Pertanto, prevede Ibm, si potrà presto pensare di installare delle funzionalità digitali per farci provare virtualmente il senso del tatto su oggetti come i tessuti disponibili sui cataloghi online.
Anche sulla vista ormai ci siamo: i sistemi di riconoscimento facciale sono infatti una realtà. E in un futuro non troppo lontano, la vista di un computer potrebbe salvare una vita, perché potrebbe ad esempio riconoscere una piccola zona di tessuto malato in una risonanza magnetica, non percettibile ai nostri occhi, contestualizzando l'immagine nella storia clinica del paziente per una diagnosi più veloce e accurata, in modo da assegnare rapidamente il corretto trattamento.
Riguardo all'udito, sono molto diffusi ormai i sistemi di riconoscimento vocale, ma presto i sensori acustici digitali saranno in grado di sentire quello che noi non possiamo percepire, rilevando debolissime vibrazioni che il nostro orecchio non può captare in nessun modo. Questo potrebbe portare, per esempio, a prevedere l'imminente crollo di un edificio o di un ponte prima che questo accada sul serio. E in questo periodo storico nel quale i terremoti si susseguono, arrivare a questo risultato significherebbe realmente salvare molte vite umane.
Un palato digitale aiuterà presto anche il senso del gusto. Si prevedono infatti software in grado di elaborare ricette personalizzate, ed equilibrate, costruite su mix dei sapori che il pc sarà in grado di riconoscere. Poter conciliare le esigenze nutrizionali con le preferenze personali non aiuterebbe solo le persone con gusti molto sofisticati, ma anche chi è costretto per motivi di salute a seguire una dieta molto restrittiva.
E, dulcis in fundo, nel prossimo futuro potremo disporre anche di nasi digitali, per il potenziamento della nostra sensibilità olfattiva. Gli odori in effetti non sono altro che molecole volatili che colpiscono i nostri recettori, che tuttavia hanno dei limiti di rilevabilità. Ma questi, come continuamente verifichiamo utilizzando dispositivi hi tech, possono essere superati da un'intelligenza artificiale. Molteplici gli scopi, alcuni dei quali direttamente coinvolti nella nostra vita: il pc potrebbe infatti percepire prima di noi l'odore caratteristico di un biomarker responsabile di infezioni o altre patologie, oppure di condizioni igienico-sanitarie nell'ambiente dannose per noi stessi.
D'altronde sappiamo che la schiacciante maggioranza dei dati oggi prodotti dall'uomo e le sue macchine non viene strutturata, e che quindi il Big Data è un enorme potenziale in gran parte non sfruttato e in vertiginoso aumento. Come non pensare dunque che tutto questo sia realmente alle porte?
Roberta De Carolis
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