WhatsApp è un pericolo per la privacy: sembra infatti che sia possibile rubare la cronologia delle conversazioni semplicemente installando un’app. Lo denuncia Bas Bosschert, un hacker “etico”, che ritiene come alla base di queste possibili violazioni ci siano delle disattenzioni del popolare servizio di messaggistica. Dopo il recente acquisto di Facebook, WhatsApp, dunque, nell'occhio del ciclone.
In particolare, secondo l'esperto, qualsiasi app che viene installata su un dispositivo mobile potrebbe chiedere di accedere alla cronologia di WhatsApp e l'utente, accettando alla leggera, potrebbe così diffondere dati sensibili, magari contenuti proprio nella cronologia delle sue conversazioni. Ma la cosa più grave sarebbe la totale assenza di notifiche al malcapitato, che resterebbe ignaro di tutto.
E non sarebbe questa l'unica vulnerabilità: gli sviluppatori della chat avrebbero infatti scelto anche di salvare la cronologia dei messaggi sullo spazio di archiviazione del telefono, rendendola così reperibile, e di usare la stessa chiave per proteggere crittograficamente tutti gli utenti. Il pericolo sarebbe ancora più concreto se si utilizza una scheda SD come database di memoria.
Per dimostrare le sue ipotesi, Bosschert ha effettuato e pubblicato sul suo blog un esperimento-gioco, dal quale risulterebbe evidente che "ogni applicazione può leggere il database WhatsApp" e che "è anche possibile leggere le chat dai database crittografati". Dai collaboratori di Mark Zuckerberg, ormai proprietario del servizio, arrivano però smentite, secondo le quali l'allarme sarebbe esagerato.
"Facebook non ha bisogno di acquistare WhatsApp per leggere le chat" conclude ironico l'informatico. Stoccata anche al social network?
Roberta De Carolis
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