
Tra i tanti effetti che Facebook provoca sui suoi utenti, un nuovo studio effettuato dalla Florida State University suggerisce ci sia una forte correlazione tra l'uso frequente del popolare social network e i disturbi alimentari.

A Carnevale ogni scherzo vale, e anche ogni maschera. Colori, stranezze, abbuffate ed esagerazioni sono i must della festa più pazza dell'anno. Ma se dopo i due bambini travestiti da SuperMario Balotelli e Raffaella Fico pensavamo di aver visto tutto, ci eravamo solo illusi.

Che le donne siano molto presenti sul social media è un dato di fatto. Parlano del più e del meno. Condividono storie e stati d'animo. Ma lo stesso vale per l'altra metà del cielo, ossia i maschietti. Per anni le donne hanno affermato che gli uomini non amano condividere i propri pensieri o parlare dei loro sentimenti.

Se l'amore della vostra vita l'aveste conosciuto su Facebook, pensereste mai di dare a vostro figlio il nome del social network più famoso al mondo in onore del vostro geek-legame? E se il vostro mito fosse Lady D o i dispositivi da voi preferiti fossero quelli della Apple, vi passerebbe per la testa l'idea di appioppare al frutto della vostra unione uno di quei due nomi?

Oggi è San Valentino, la festa degli innamorati. Ma se l'amore finisce, siamo sicuri di poterci separare senza litigare? A questa domanda ha voluto rispondere un gruppo di ricerca composto da studiosi di provenienti da New York University, Wilfrid Laurier University e Univeristy of Graz, che ha elaborato algoritmo risolutivo definito “privo di invidia”.

Smartphone più importanti del sesso: da una nuova indagine a stelle e strisce spunta che un americano su 10 non potrebbe sopravvivere senza usare il proprio smartphone regolarmente. Nemmeno tra le lenzuola.

Le nostre emozioni? Sono solo quattro e tutte scolpite sul nostro viso. Gli esseri umani sono creature emotive il cui stato d'animo, di solito, può essere osservato attraverso le espressioni facciali. Una teoria comunemente tramandata, e proposta dal dottor Paul Ekman, ipotizzava che ci fossero sei emozioni di base. Queste sono universalmente riconosciute e facilmente interpretabili attraverso specifiche espressioni facciali, indipendentemente dalla lingua o dalla cultura. Queste sono la felicità, la tristezza, la paura, la rabbia, la sorpresa e, infine, il disgusto. Ma una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Current Biology dagli scienziati dell'Università di Glasgow ha contestato questo punto di vista ed ha suggerito che, al contrario, le emozioni siano solo quattro.

La depressione non è solo di questo mondo. Ne soffrono infatti anche gli astronauti durante le lunghe missioni nello spazio. Ma in orbita, a centinaia di migliaia di km dalla Terra, anche il “male del secolo” ha un altro volto. Con soluzioni innovative.