Fare sesso dopo un infarto? Si può. Lo assicura uno studio condotto dall'Università di Chicago, diretto dalla dottoressa Stacey Lindau, ginecologa e sessuologa, presentato al congresso dell'American Heart Association. Dalla ricerca, condotta su più di 1.600 persone, è emerso che non costituisce un rischio avere rapporti sessuali dopo aver avuto un infarto.
Ma non sono in molti a crederci. La maggior parte degli infartuati, infatti, nei giorni successivi alle dimissioni dall'ospedale, tende ad azzerare completamente la propria attività sessuale, considerandola erroneamente un potenziale pericolo per un nuovo attacco cardiaco.
Ma la colpa non è tutta dei pazienti, poichè alla base dei loro timori vi è in primo luogo la mancanza di informazioni fornite dai medici al momento delle dimissioni: meno della metà degli uomini e meno di un terzo delle donne non ha infatti avuto alcuna indicazione.
Neanche i pazienti, tuttavia, hanno pensato di chiedere al medico come comportarsi dopo l'infarto: meno del 40% degli uomini e meno di una donna su 5 ne ha parlato al proprio dottore. "La maggior parte della gente ha la percezione che avere rapporti sessuali dopo un infarto possa avere ricadute infauste e questo pensiero comune non riguarda solo i reduci da un attacco cardiaco, ma anche i loro partner", afferma Stacy Lindau. "In realtà se una persona è in grado di fare un paio di rampe di scale o dell'esercizio moderato, può benissimo avere rapporti sessauli. La possibilità di morire facendo l'amore, persino in persone che hanno già avuto un’infarto, è veramente minima".
Piero Montorsi, responsabile dell’Unità operativa II di cardiologia invasiva dell'Istituto cardiologico Monzino di Milano, ha spiegato: "In generale non esistono particolari controindicazioni alla ripresa dell’ attività sessuale dopo un infarto". Nessun problema dunque, ma precisa: "È utile però fare una distinzione tra i pazienti che prima dell’infarto avevano una normale attività sessuale e quelli che invece non avevano una buona vita sessuale a causa di una funzione erettile alterata (cosa che si verifica quasi nel 50 per cento dei casi), problema che spesso rappresenta la prima spia di una malattia vascolare. Nel primo caso- ribadisce ancora lo specialista- se l’infarto viene curato a dovere e il decorso è buono il paziente può riprendere ad avere rapporti già dopo poche settimane. L'attività sessuale non rappresenta, infatti, un grosso carico di lavoro per il cuore: lo sforzo è paragonabile a quello che si fa quando si pratica un’attività fisica di medio grado. Nel secondo caso, invece, dopo aver curato il problema cardiovascolare, il paziente ha bisogno anche di una terapia mirata per la disfunzione erettile".
Senza esagerare, evitando inutili maratone sessuali, fare l'amore non fa male al cuore.
Francesca Mancuso