Il Viagra ha i giorni contati. Il 22 giugno prossimo scadrà il brevetto per la famosa pillola blu. Ed è corsa tra le case farmaceutiche per assicurarsene la produzione. L'Italia non è di certo il primo paese dove il brevetto del Viagra è già scaduto, visto che è già accaduto in 8 nazioni.
Un volume di vendite che fa gola alle aziende produttrici di farmaci. Basti pensare che il Bel paese é il secondo in Europa per consumo, seguito dall'Inghilterra, con oltre 60 milioni di compresse vendute in dieci anni e con una media di 4.300 pillole blu ogni 1000 uomini oltre i 40 anni. Il Lazio, la Toscana e l'Emilia le regioni con il consumo annuo più alto.
Ma cosa accadrà al Viagra all'indomani della scadenza del brevetto? Una cosa è certa. Quando un farmaco perde il brevetto e diventa generico, il suo costo scende in picchiata, arrivando quasi a dimezzarsi. Un Viagra low cost è quello a cui si assisterà al sopraggiungere dell'estate?
In questo caso, tutte le case farmaceutice potranno utilizzare lo stesso principio attivo, il famoso citrato di sildenafil, sviluppato dalla compagnia farmaceutica Pfizer.
Una storia fortunata quella del farmaco, nato come cura per ben altri problemi, e passato al trattamento delle disfunzioni erettile quasi per caso, fino al 27 marzo 1998, quando la Food and Drug Administration lo definisce come la prima terapia medica orale per tali trattamenti.
All'origine però venne studiato per la cura dell'angina pectoris. Tuttavia, durante i test clinici la maggior parte dei soggetti che lo assunsero subirono il noto 'effetto collaterale'. Da qui l'ascesa al successo.
Intanto la Pfizer per nulla sazia dei mega incassi legati al Viagra, ha già pensato di replicare producendo una versione femminile, il cosiddetto Viagra rosa, capace di aumentare l'afflusso sanguigno genitali per contrastare le disfunzioni sessuali delle signore.
Francesca Mancuso
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