Super-virus letali. È stata estesa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità la moratoria temporanea sulle ricerche riguardanti le mutazioni del virus H5N1, considerate potenzialmente letali. In un incontro svoltosi nei giorni scorsi a Ginevra, gli esperti si sono interrogati sulla vicenda stabilendo che le ricerche potranno essere pubblicate, ma dopo che saranno svolti altri test.
Facciamo un passo indietro. Qualche mese fa i ricercatori dell'Erasmus Medical Centre di Rotterdam (Paesi Bassi) avevano effettuato alcune ricerche sul pericolosissimo virus dell'H5N1. Anche i colleghi dell'Università del Wisconsin-Madison, qualche tempo fa, a novembre, avevano scoperto che alcune mutazioni genetiche avrebbero potuto rendere letale il virus dell'aviaria.
Ma il National Science Advisory Board for Biosecurity invitò due pretigiose riviste scientifiche, Science e Nature ad evitare la pubblicazione dei contenuti degli studi, onde evitare conseguenze non facilmente prevedibili, ma legate principalmente ad eventuali minacce terroristiche. Il supervirus creato nei laboratori olandesi infatti, nelle mani sbagliate, sarebbe stato davvero pericolo, una vera arma di distruzione di massa.
I due gruppi di ricercatori, allora, di recente hanno deciso di sospendere gli studi per 60 giorni sui ceppi mutanti ma hanno chiamato a raccolta anche gli esperti di tutto il mondo per discutere sulla complessa vicenda: “Abbiamo concordato un pausa volontaria di 60 giorni dalla ricerca che coinvolge direttamente i virus patogeni dell'influenza aviaria H5N1. Proponiamo di fare un forum internazionale in cui la comunità scientifica si riunisca per discutere e dibattere su questi problemi. Ci rendiamo conto che le organizzazioni e i governi in tutto il mondo hanno bisogno di tempo per trovare le migliori soluzioni”.
E il Forum c'è stato, due giorni fa a Ginevra. Due sono stati i punti all'ordine del giorno discussi presso la sede dell'OMS: l'estensione temporanea del periodo di stop della ricerca sulle forme modificate di virus H5N1 e al tempo stesso il riconoscimento che la ricerca deve continuare al fine di tutelare la salute pubblica e deve essere resa nota.
"Dato l'elevato tasso di mortalità associato a questo virus – il 60% degli esseri umani che sono stati infettati sono morti - tutti i partecipanti all'incontro hanno sottolineato l'elevato livello di preoccupazione per questo virus influenzale nella comunità scientifica e la necessità di saperne di più con ulteriori ricerche" ha detto il dottor Keiji Fukuda, vice direttore generale della Health Security and Environment dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. "I risultati di questa nuova ricerca hanno messo in chiaro che i virus H5N1 hanno la potenzialità di trasmettersi più facilmente tra le persone e ciò sottolinea l'importanza cruciale della sorveglianza continua e della ricerca su questo virus."
Ma su una cosa sono stati tutti d'accordo: un ulteriore ritardo nella pubblicazione dei manoscritti per intero avrebbe avuto più benefici per la salute pubblica rispetto alla loro imminente pubblicazione.
Nei prossimi mesi, in attesa di nuovi incontri sulla questione, sarà necessario puntare ad aumentare la consapevolezza e la comprensione di questa ricerca attraverso la comunicazione, ed incrementare la biosicurezza nei laboratori.
Francesca Mancuso