Pianeti di diamante: qui la vita è impossibile

Pianeta diamante vita impossibile

I pianeti di diamante non possono ospitare la vita: questa la conclusione a cui è giunta la Nasa a seguito di uno studio teorico condotto presso i suoi laboratori in California. L'eccesso di carbonio, infatti, che pure è l'elemento centrale della vita su questa terra, crea una condizione di aridità tale da impedire lo sviluppo di forme di esistenza.

"È ironico che se il carbonio, il principale elemento di vita, diventa troppo abbondante, ruba ossigeno necessario alla sintesi dell'acqua, solvente essenziale per la vita come noi la conosciamo" ha osservato Jonathan Lunine della Cornell University (Ithaca , NY) che ha collaborato alla ricerca.

D'altronde, osservano gli scienziati, la nostra stella, il sole, è povera di carbonio, e, come risultato, il nostro pianeta Terra è composto in gran parte da silicati, non di carbonio. Di contro stelle con molto più carbonio rispetto al sole, sembrano "generare" pianeti ricolmi di questo elemento, da cui forse anche gli strati di diamante.

Lo studio della Nasa, presentato il 7 ottobre nel corso di un meeting presso la Divisione Astronomical Society of Planetary Sciences a Denver (Usa), è partito proprio da questa osservazione. Combinando quindi con dei sofisticati software i dati disponibili sulla distribuzione degli elementi presenti sui sistemi planetari, gli scienziati hanno verificato che quelli con percentuali di carbonio molto elevate mancano di serbatoi di ghiaccio sufficienti a dare la vita agli oceani, e quindi ad alimentare forme di vita.

"I mattoni che hanno posto le basi per la formazione dei nostri oceani sono asteroidi ghiacciati e comete - ha spiegato infatti Torrence Johnson del Nasa Jet Propulsion Laboratory di Pasadena (California, Usa) - Se monitoriamo questi building blocks scopriamo che i pianeti intorno alle stelle ricche di carbonio vengono generati privi d'acqua".

Lo studio condotto dalla Nasa si inquadra in una più vasta ricerca sugli esopianeti, ovvero i pianeti fuori dal nostro sistema solare, e sulla possibilità che questi possano ospitare qualche forma di vita. Questo risultato contribuirà a restringere il campo di indagine, limitandolo per ora ai corpi celesti con un rapporto carbonio/ossigeno paragonabile a quello del nostro Sole.

Sempre che non esistano forme di vita che si basino su tutt'altri presupposti, ovviamente.

RDC

Foto: NASA/JPL-Caltech

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