Una cometa che sopravvive alla vicinanza con il Sole? La sonda Soho (Solar & Heliospheric Observatory) ne ha avvistata un’altra lo scorso 19 febbraio, chiamata Soho-2875 perché è l’avvistamento numero 2875. Quest'ultima non si allinea al classico comportamento di chi si dissolve, come Ison, ma si aggiunge all’elenco di chi ce l’ha fatta, come Lovejoy. Molto particolare, tra l’altro, perché di famiglia sconosciuta e particolarmente resistente.
La nuova highlander delle comete è infatti passata a 3 milioni e 500 mila chilometri dalla superficie del Sole, restando perfettamente intatta. Certo, una distanza comunque superiore a quella raggiunta da Lovejoy nel 2011, ma comunque sufficiente a far evaporare il cuore ghiacciato di una cometa. Non così per questa nuova scoperta, che, tra l’altro non appartiene al gruppo Kreutz, solitamente avvistato da Soho.
“C’è forse una possibilità che gli osservatori a terra possano essere in grado di rilevarla nelle prossime settimane - ha detto Karl Battams, scienziato del Naval Research Lab di Washington - Ma è anche possibile che gli eventi durante il suo viaggio intorno al sole la faranno morire relativamente presto”.
L’evento è stato registrato come quasi unico nel suo genere, anche perché generalmente la sonda Soho avvista comete di gruppo. Le “solitarie” sono rilevate mediamente solo un paio di volte l’anno, e per una sonda che da quando è stata lanciata (1995) ha catturato ben 2 mila 875 comete, si può considerare questa osservazione un evento raro.
Il video registrato dalla Nasa inquadra il volo della cometa intorno al sole, dove si vede in modo evidente che la nostra stella, proprio quando la cometa inizia a sviluppare la caratteristica “coda”, lancia un’eruzione di materiale solare, un’espulsione di massa coronale, che rende più drammatica la scena e più singolare la tipologia di questo corpo celeste.
Roberta De Carolis
Foto: Nasa
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