Sarà il più grande occhio globale rivolto verso il cielo e avrà firma italiana. L'E-ELT (European Extremely Large Telescope), il più grande telescopio del mondo nell'ottico/vicino infrarosso, avrà cupola e struttura prodotte nel nostro paese.
Ieri è stato firmato il contratto milionario con un consorzio di aziende italiane formato da Astaldi, Cimolai ed EIE. Con uno specchio primario di 39 metri di diametro, l'E-ELT è considerato una macchina delle meraviglie e verrà costruito in Cile, in un sito già attrezzato allo scopo.
A siglare il contratto da 400 milioni di euro per la costruzione della cupola e della struttura del telescopio sono stati il Direttore Generale dell'ESO, Tim de Zeeuw, il presidente della Astaldi, Paolo Astaldi, e il presidente della Cimolai, Luigi Cimolai.
Con un peso totale di circa 5000 tonnellate, un diamento di 85 metri e un'altezza di 80, la cupola rotante sorgerà nel 2017 sul Cerro Armazones, un picco di 3000 metri a 20 chilometri dall'Osservatorio dell'ESO di Paranal. La strada di accesso e il livellamento della cima della montagna sono già stati completati e l'inizio dei lavori in loco per la cupola è previsto per il prossimo anno.
L'Italia si occuperà anche della montatura e del tubo del telescopio, con una massa totale di più di 3000 tonnellate. Si tratta delle strutture più grandi mai costruite per un telescopio ottico/infrarosso.
“L'E-ELT produrrà scoperte che nemmeno possiamo immaginare oggi e ispirerà persone di tutto il mondo a pensare alla scienza, alla tecnologia e al nostro posto nell'Universo. La firma di oggi è un passo avanti fondamentale verso il completamento dell'E-ELT nel 2024” è stata la promessa di Tim de Zeeuw, Direttore Generale dell'ESO.
L'area di raccolta della luce dell'E-ELT sarà più grande di quella di tutti i telescopi ottici esistenti messi insieme e fornirà immagini circa 15 volte più nitide rispetto a quelle del telescopio spaziale Hubble.
“E-ELT permetterà di indagare, da Terra e con un grande campo di vista, sia i corpi celesti della nostra galassia che le zone più lontane dell'universo. E non mancherà di dare un contributo fondamentale alla ricerca degli esopianeti, in particolare nello studio della loro struttura e atmosfera. L'Italia con ASI e INAF, sarà tra i paesi protagonisti di questo campo della ricerca astrofisica grazie anche al ruolo che svolgerà nelle prossime missioni dell'ESA, Cheops e Plato. Una sinergia Terra/Spazio che siamo sicuri ci regalerà molte soddisfazioni” ha detto il Presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana Roberto Battiston.
Redazione NextMe.it
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