Stephen Hawking: se i buchi non sono piu' neri

"Nella relatività generale si definisce buco nero una regione dello spaziotempo con un campo gravitazionale così forte e intenso che nulla al suo interno può sfuggire all'esterno". una definizone tratta da un lavoro di Wald Robert M., revisionata in questi giorni proprio dal padre dei buchi neri, Stephen Hawking, il settantenne fisico inglese gravemente malato di Sla, ma ancora lucidissimo. stato lui a rivedere la sua stessa teoria, secondo quanto scrive la rivista Nature.

In sostanza sia informazione sia energia possano non solo entrare, ma anche uscire da un buco nero. Esattamente il contrario di quanto sostenuto fino ad oggi da tutti gli astrofisici del mondo, ovvero che si tratti di un blocco di materia in uno stato incredibilmente denso, nato, per esempio, dal collasso gravitazionale di una stella pesante decine di volte il Sole, capace di attrarre persino la luce, concentrata in un ristretto "orizzonte" vicino alla massa. Perciò è nero: non si può vedere.

Ecco, ora Hawking sostiene che non è neanche nero, perché qualcosa ne può uscire. A dir la verità lo aveva annunciato già nell'agosto scorso, ma ora ha pubblicato la sua idea in un dossier dal titolo "Conservazione dell’informazione e previsioni del tempo per i buchi neri".

"Non c'è scampo da un buco nero nella teoria classica", ha detto Hawking a Nature. La teoria quantistica, tuttavia, "permette di supporre che l'energia e le informazioni possano fuggire da un buco nero". "La spiegazione del processo richiederebbe una teoria che metta insieme la gravità alle altre forze fondamentali della Natura". In pratica parliamo di ciò che i fisici rincorrono da sempre.

Eppure per Hawking il famoso orizzonte del buco nero potrebbe non essere una barriera insormontabile, ciò in vista delle "fluttuazioni quantistiche dello spazio-tempo". Quindi uno spazio valicabile. Quindi addio concetto di buco, addio concetto di nero. Ricominciamo da capo.

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