La misteriosa particella e' il Bosone di Higgs: la conferma del cern

bosone cern

La particella osservata al Cern era il Bosone di Higgs. Arriva una nuova conferma del fatto che quella individuata presso i laboratori di Ginevra sarebbe proprio la misteriosa Particella di Dio.

Lo scorso luglio erano stati annunciati i risultati preliminari degli esperimenti condotti al Cern tra il 2011 e il 2012. Già allora in molti avevano cantato vittoria, ma occorreva comunque andarci cauti visto che sarebbero state necessarie ulteriori analisi dei dati. Occorreva infatti determinare l'esatta natura della particella, la sua massa e il suo significato per la nostra comprensione dell'universo.

E in occasione del convegno di Moriond svoltosi in questi giorni a La Thuile, in Val d'Aosta, gli scienziati del Cern hanno confermato quando detto in precedenza. Anche se fino al 16 marzo verranno presentati tutti gli esperimenti dell'Lhc, tutti gli occhi saranno puntati sulle collaborazioni ATLAS e CMS, e sulle ultime novità riguardanti le analisi della nuova particella.

La conferma che il bosone di Higgs possa aver dato avvio all'espansione dell'universo sarebbe dunque arrivata, almeno stando a quanto riportato nei nuovi dati presentati dai fisici del Cern. Gli ultimi aggiornamenti fanno riferimento ad una proprietà nota come spin e che consiste nella rotazione della particella. Quella osservata al Cern avrebbe spin pari a zero, confermando quanto ipotizzato dal Modello Standard, completando di fatto tale modello, che descrive le particelle fondamentali che compongono tutta la materia visibile nell'universo e le forze che agiscono tra loro, con l'eccezione della gravità.

La particella più nota al mondo, lo ricordiamo, è stata scoperta in primo luogo eliminando una vasta gamma di valori di massa in cui era stata cercata precedentemente. “Si osservano nei nostri dati chiari segni di una nuova particella, al livello 5 sigma, nella regione di massa intorno 126 GeV” aveva detto allora la portavoce dell'esperimento Atlas Fabiola Gianotti.

La notizia della conferma è stata resa nota anche dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Il vicepresidente dell'INFN, Antonio Masiero, ha commentato così i dati provenienti dal seminario di La Thuile: "L'analisi intercorsa dall'estate scorsa ad oggi ha rafforzato gli indizi che la 'particella del 4 luglio' fosse proprio il bosone di Higgs del Modello Standard delle particelle e inoltre ha messo in luce qualche ulteriore caratteristica della particella che la rende sempre piu' vicina a ciò che ci aspettiamo per il bosone di Higgs standard. Una di queste caratteristiche che ora emergono e che non erano amcora chiare l'estate scorsa è una proprieta' importante per caratterizzare una particella elementare, propietà che è chiamata spin della particella".

"Lo scorso 4 luglio - continua Masiero - era stato detto che la particella trovata poteva avere spin 0 oppure spin 2; oggi sappiamo che con grande probabilità tale spin vale zero. Questo è rilevante non solo perché conferma che il bosone trovato possiede una caratteristica cruciale del bosone di Higgs del Modello Standard, cioe' che ha spin zero, ma potrebbe essere anche di grande rilevanza per un possibile ruolo giocato dal bosone di Higgs nelle primissime fasi dell'evoluzione dell'universo, cioé subito dopo il Big Bang iniziale".

Francesca Mancuso

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