La sonda Dawn della Nasa ha abbandonato nei giorni scorsi l'orbita dell'asteroide Vesta. Lo scorso 5 settembre i responsabili della missione hanno ricevuto la conferma che il veicolo spaziale è sfuggito dalla morsa gravitazionale del gigantesco asteroide. Dawn si è ufficialmente rimesso in cammino per raggiungere la sua seconda destinazione, il pianeta nano Cerere. Ma ecco cosa ha scoperto durante il soggiorno su Vesta.
Lanciato il 27 settembre 2007, Dawn è entrato nell'orbita dell'asteroide il 15 Luglio 2011. Negli ultimi dodici mesi, ha completamente mappato questo mondo finora inesplorato, rivelando alcune novità. I dati su cui gli scienziati stanno lavorando potrebbero svelare alcuni dei segreti su come il sistema solare, compresa la nostra stessa Terra, si sia formato.
Come ha spiegato anche l'Inaf, sono cinque i principali risultati ottenuti grazie al lavoro della sonda Dawn.
Primo veicolo spaziale nella fascia degli asteroidi
Dawn infatti è il primo dispositivo ad aver orbitato intorno a un oggetto della fascia principale. Operazione difficoltosa visto che il campo gravitazionale di un oggetto così piccolo e irregolare come un asteroide genera diverse difficoltà nelle fasi di avvicinamento e di manovra.
Vesta più simile ai pianeti che agli asteroidi
Secondo gli esperti, Vesta avrebbe molte caratteristiche in comune ai pianeti rispetto ai comuni asteroidi.
Nucleo Ferroso
Al suo interno, l'asteroide racchiude un nucleo ferroso al centro di una struttura stratificata. Gli scienziati hanno ipotizzato che in passato Vesta possa aver avuto un nucleo fuso, successivamente solidificatosi.
Superficie irregolare
La conformazione del territorio dell'asteroide è tutt'altro che pianeggiante. La superficie di Vesta infatti è molto irregolare e ricca di montagne, alte tre volte il monte Everest, e crateri, di cui i due più grandi, Venenia dal diametro di 500 km e Rheasilvia, si trovano nell'emisfero sud. Rheasilvia è anche uno dei più grandi crateri del sistema solare.
Onde su Vesta
L'asteroide è percorso da particolari onde attorno al suo equatore.
Meraviglie che hanno fatto strizzare gli occhi agli scienziati, la cui attenzione adesso è rivolta verso la prossima tappa, Cerere.
Francesca Mancuso