Il sole è la sfera perfetta in Natura

Sole sfera perfetta

Pensavamo che fosse sferico, ma forse non così tanto come oggi ci rivelano i dati del Solar Dynamics Observatory (Sdo): è il Sole, la nostra stella, l’oggetto più simile ad una sfera perfetta che sia stato mai trovato in natura. A rivelarlo un gruppo di ricerca composto da studiosi provenienti dall’University of Hawaii at Manoa (Usa), dall’University of Standford (Usa) e dall’Universidade Estadual de Ponta Grossa (Brasile), guidati da Jeff Kuhn.

Il Solar Dynamics Observatory è un satellite che osserva continuamente la nostra stella da orbita geostazionaria, e ha rivelato che la sua forma è più stabile e più sferica di quanto si pensasse. Lo strumento richiede più di 15 mila immagini del Sole ogni giorno, ma per questo nuovo studio il team ha analizzato quelle prese solo due volte l’anno. Sdo punta il Sole, ma ruota lentamente attraverso un cerchio completo, una manovra che consente agli scienziati di rimuovere analiticamente eventuali distorsioni causate dall’ottica della fotocamera, presumibilmente rivelando la vera forma del Sole.

I dati sono stati raccolti nel corso di cinque cicli di calibrazione degli ultimi 2 anni, quando l’attività solare è passata da zero a un livello quasi massimo, con 90 o più macchie solari visibili sulla superficie ogni giorno. I risultati indicano che lo schiacciamento della nostra stella è molto stabile, nonostante i grandi cambiamenti di attività magnetica sulla sua superficie.

Tuttavia dati precedenti suggerivano che la forma del sole variasse nel corso di un ciclo solare. A questo Kuhn risponde sostenendo che, essendo stati raccolti da strumenti basati a terra, tali dati potrebbero essere stati influenzati da turbolenza atmosferica.

“Per 50 anni abbiamo lavorato per capire come i cambiamenti di attività magnetica influenzino lo schiacciamento durante il ciclo solare -spiega Philip Goode, un fisico solare Big Bear Solar Observatory in California, non coinvolto nello studio- I nuovi risultati presentano un argomento forte per il quale tutti questi cambiamenti stanno rendendo lo schiacciamento più piccolo del previsto negli strati più esterni del Sole”.

Lo studio è stato pubblicato su Science.

Roberta De Carolis

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