CubeSail, arriva lo spazzino spaziale

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Come risolvere il problema della spazzatura orbitale? Ci hanno pensato alcuni scienziati britannici, che sostengono di aver trovato la soluzione. Una soluzione piuttosto "manegevole" che sta in un cubo di 3 chilogrammi, CubeSail.

Dopo l'allarme lanciato dall Centro Nazionale di Studi Spaziali francese (Cnes) qualche mese fa, che denunciava la presenza di oltre 19 mila oggetti vaganti attorno all'orbita terrestre, il mondo della scienza ha pensato bene di correre ai ripari, cercando una soluzione per limitare il problema.

ato dalla collaborazione tra il Surrey Space Centrum e della Eads Astrium, CubeSail, pur essendo di piccole dimensioni (10x10x30 centimetri), una volta lanciato nello spazio può aprire le sue "vele". Si tratta di speciali pannelli dotati di armatura metallica con una superficie pari a 25 metri quadrati. Costituiti da uno speciale polimero, i pannelli sono stati pensati per sfruttare il vento solare e quindi spostarsi più facilmente. Quest'ultima non è una novità: altri veicoli usano già il vento solare per spostarsi, ma CubeSail sarà il primo ad utilizzarlo per andare a cercare la spazzatura in orbita.

Due sono gli scopi fondamentali per cui CubeSail potrebbe usato: il primo, quello che in questa sede ci interessa maggiormente, è quello di andare ad recuperare i relitti spaziali, trascinandoli dall'orbita terrestre fino a farli entrare nell'atmosfera, dove l'attrito li distruggerebbe: problema spazzatura risolto; CubeSail sarebbe poi utile incorporato nei satelliti, ossia a monte del problema spazzatura. La presenza di questo cubo nei vettori che in futuro saranno lanciati nello spazio, ne garantirebbe infatti l'autodistruzione, grazie all'apertura delle vele nel momento in cui i veicoli avranno compiuto la loro missione.

Una soluzione efficace e neanche troppo costosa: il cubo costa poco più di un milione di euro. Potremmo presto vedere lo spazzino spaziale nei nostri cieli, visto che verrà testato il prossimo anno.

Francesca Mancuso

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