Una collisione frontale di protoni per cercare di comprendere i segreti sull'origine dell'universo. L'operazione è prevista per il 30 marzo prossimo, al Cern di Ginevra.
Ancora una volta, l'esperimento verrà eseguito nel Large Hadron Collider (Lhc), il famoso acceleratore di particelle che ha affascina il mondo scientifico e non, per aver tentato di comprendere l'origine della massa, o ancora per saperne di più sulla materia oscura, ossia su ciò che, secondo gli scienziati costituirebbe il 95% del nostro universo. Di quest'ultima conosciamo infatti ben poco, non è visibile ma si manifesta attraverso i suoi effetti gravitazionali.Ma torniamo al Cern. Dopo che venerdì scorso è stato stabilito il nuovo record mondiale, mettendo in circolo dei fasci di protoni con un'energia tre volte superiore a quella raggiunta fino ad ora, si attende adesso il 30 marzo, giorno in cui l'Lhc cercherà di far entrare in collisione due fasci di protoni, per esaminare le particelle che ne risulteranno. In particolare, gli studiosi tenteranno di saperne di più sul cosiddetto "Bosone di Higgs", definito anche "particella di Dio". Tale paticella, che rimane l'unica ancora non osservata, ha un ruolo fondamentale poichè costuituirebbe, secondo alcune ipotesi, la materia prima dell'universo stesso.
Ovviamente ci vorrà del tempo. Dopo che la collisione frontale dei protoni si sarà verificata, l'Lhc continerà a lavorare ancora per 18 o 24 mesi circa.
Ma la strada da fare è ancora lunga e impervia. Lo spiega il direttore del Cern per gli acceleratori e la tecnologia, Steve Myers: "Ci resta ancora molto lavoro prima della collisione. Il semplice allineamento dei fasci di protoni è una sfida in sé. È un po' come lanciare degli aghi al di sopra dell'Oceano Atlantico e tentare di farli entrare in collisione a metà strada".
Francesca Mancuso