“E quindi uscimmo a riveder le stelle”, scriveva Dante alla fine dell’Inferno della Divina Commedia, ma non sappiamo se oggi potrebbe fare altrettanto, visti i risultati delle annuali ‘Campagna per proteggere l’Inghilterra Rurale’ e ‘Campagna per l’oscurità dei cieli’, condotte in Inghilterra, secondo le quali più della metà della popolazione vive in condizioni di grave inquinamento luminoso, che impedisce l’osservazione della maggioranza delle stelle in teoria visibili.
Lo studio è stato condotto chiedendo ad un campione rappresentativo di popolazione locale di contare le stelle visibili all’interno della Costellazione di Orione. Più della metà degli osservatori, ovvero circa il 53 per cento, ha contato in media 10 stelle o meno, mentre il 9 per cento ne ha viste tra 21 e 30, e appena il 2 per cento riferisce la presenza di 30 o più stelle. La rielaborazione dei dati è stata condotta durante questo mese di Aprile, riferendosi ad osservazioni effettuate tra Gennaio e Febbraio.
La Costellazione di Orione è stata scelta proprio perché famosa per le sue stelle brillanti e la sua posizione vicino all’equatore celeste, che la rende visibile dalla maggior parte del mondo. La costellazione consta di circa 130 stelle visibili in linea teorica; la percentuale di corpi celesti luminosi visti dagli osservatori è dunque realmente molto bassa. Il risultato ha impensierito gli studiosi, che lanciano un allarme.
L’inquinamento luminoso infatti, definito come alterazione dei livelli di luce naturalmente presenti nell’ambiente notturno, provoca danni di diversa natura: ambientali, culturali ed economici. Non è quindi un inquinamento da sottovalutare, solo perché non induce direttamente problemi sulla salute umana o degli ecosistemi. Innanzitutto perché è sempre accompagnato da altri tipi di inquinamento, e poi perché l’illuminazione naturale controlla una serie di meccanismi come la vista, e può incidere sulla sfera psichica, oltre a svolgere un ruolo nell’azione antibatterica e antianemica.
Nel 2007 la percentuale di popolazione che viveva in un grave inquinamento luminoso era il 54 per cento, non molto di più di quella registrata quest’anno, dunque. Questo indica che, nonostante molti tentativi di ridurre questa problematica, non ci sono stati significativi miglioramenti.
“L’inquinamento luminoso è un disastro per tutti quelli che provano a studiare le stelle - ha fatto notare Bob Mizon, coordinatore della Campagna per l’oscurità dei cieli- È come un velo che copre il cielo notturno, e che nega a molta gente la bellezza di una notte veramente stellata. Molti bambini che crescono oggi non vedranno mai la Via Lattea; nessuno vedrà l’inimmaginabile gloria di miliardi di stelle che brilla sopra di loro”.
Roberta De Carolis
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