Luna, come si formò? A raccontarlo sono due nuovi video della Nasa, realizzati dal team del Goddard Space Flight Center di Greenbelt nel Maryland in occasone dei primi 1.000 giorni di attività del Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO).
Il primo video, "Evolution of the Moon", porta gli spettatori attraverso la storia evolutiva della luna, e rivela come si è formata e il modo in cui è arrivata ad assumere le caratteristiche attuali. Il secondo, “Tour of the moon” offre invece agli spettatori una visita guidata dei luoghi più importanti sulla superficie del nostro satellite, osservate dall'LRO durante i suoi tour di perlustrazione.
Evolution of the Moon spiega perché la luna in passato fosse un corpo del tutto diverso. Probabilmente, quando nacque era una sorta di gigantesca palla di magma formatasi dai resti di una collisione con un oggetto delle dimensioni di Marte contro la Terra, circa quattro miliardi e mezzo di anni fa.
Il magma raffreddatosi formò la crosta della luna. Poi, tra i 4,5 e 4,3 miliardi di anni fa, un oggetto gigante colpì l'area del polo sud lunare, formando il Bacino Aitken, di 2240 km di diametro, uno dei due più grandi bacini da impatto comprovati del sistema solare. Questo evento ha segnato l'inizio delle collisioni che avrebbero causato cambiamenti su larga scala alla superficie della luna, come ad esempio la formazione di bacini di grandi dimensioni.
In seguito, nel lato più vicino della luna c'è stato l'ultimo dei grandi impatti, che ha lasciato il segno sulla superficie lunare. La Luna ha poi continuato ad essere martoriata da piccoli urti. Alcuni dei più noti impatti di questo periodo hanno dato vita ai crateri Tycho, Copernico e Aristarco. La luna di oggi può sembrare un mondo immutabile ma il suo aspetto è il risultato di miliardi di anni di attività violenta.
Il Tour of the Moon invece porta gli spettatori ad osservare la luna da posizioni differenti, dal Bacino Orientale al cratere Shackleton, al bacino Aitken del Polo Sud lunare fino al cratere Tycho.
Immagini mozzafiato, che ci offrono uno spettacolo unico del nostro satellite.
Francesca Mancuso