È stato un grande anticipatore dei tempi, uno di quelli che davvero guardava al futuro, e lo ha fatto soprattutto attraverso la sua teoria della relatività. Stiamo parlando di Einstein, oggi più che mai attuale all'interno del mondo scientifico, e nonostante i mezzi limitati rispetto a quelli odierni, riuscì a fare delle predizioni importanti.
Spazio-tempo. Due di esse potrebbero essere state confermate dalla sonda spaziale della Nasa Gravity Probe B (GP-B), partita per lo spazio proprio con tale obiettivo. In particolare, scopo della missione era misurare l’effetto delle geodetiche, ossia la curvatura dello spazio-tempo intorno ad un corpo gravitazionale, e l’effetto trascinamento, cioè la deformazione dello spazio-tempo generato da un oggetto rotante. Per riuscire nell'impresa, sono stati utilizzati quattro giroscopi ad altissima precisione.
1963. I due effetti, derivanti dallo studio del fenomeno della relatività di Einstein, potrebbero dunque aver trovato conferma grazie a tale esperimento, cui l'agenzia spaziale americana lavora dal lontano 1963, quando iniziò la costruzione del primo giroscopio per misurare l’effetto della relatività.
L'esperimento. I quattro giroscopi di GP-B sono stati letteralmente puntati verso una stella, IM Pegasi, mentre ruotava in un’orbita polare attorno alla Terra. È stato notato come, per effetto della gravità terrestre, i giroscopi non hanno effettuato una rotazione sempre nella stessa identica direzione ma vi sono stati dei piccoli cambiamenti durante la rotazione. Di conseguenza, se la gravità non avesse influenzato lo spazio e il tempo, essi sarebbero dovuti ruotare sempre nella stessa direzione.
Francis Everitt, uno dei responsabili dell’esperimento GP-B presso la Stanford University, spiega: “Immaginate la Terra come se fosse immersa nel miele. Come il pianeta ruota, il miele intorno subirebbe una turbolenza, ed è la stessa cosa che succede con lo spazio e il tempo. GP-B ha confermato due delle previsioni più profonde della relatività generale di Einstein, che hanno implicazioni di vasta portata nella ricerca in astrofisica. Allo stesso modo, i decenni di innovazione tecnologica dietro la missione avrà una eredità duratura sulla Terra e nello spazio”.
Gli esiti dello studio saranno pubblicato sulla versione online del Physical Review Letters.
Francesca Mancuso