Quando si tratta di universo non si smette mai di imparare qualcosa in più. L’ultima lezione la impartisce Keplero, un telescopio della Nasa inviato in orbita da circa un anno: esistono moltissimi altri pianeti fuori dal sistema solare, e alcuni potrebbero essere ospitali.
Per la precisione, Keplero ne ha individuati 1235 e fra questi 54 potenzialmente abitabili: certo bisognerebbe verificarne alcune condizioni – composizione, temperatura, condizioni atmosferiche, presenza di acqua - ma questi corpi erano finora completamente sconosciuti.
In realtà, non è detto che si tratti di veri e propri pianeti. Del resto il telescopio sta incontrando una grande varietà di corpi perlustrando il cielo. Eppure la notizia sta entusiasmando gli scienziati perché maggiore è il numero di corpi rilevati, minore è la possibilità di essere davvero soli nell’universo.
Bisogna inoltre considerare che le immagini fornite da Keplero rappresentano solo una piccola porzione di cielo, e la sua missione è ancora a metà strada: perciò se fino ad oggi sono stati contati 519 pianeti fuori dal sistema solare, il loro numero potrebbe essere quantomeno triplicato al termine della perlustrazione.
I 54 pianeti su cui i responsabili del progetto hanno concentrato l’attenzione hanno questo di interessante: si trovano in zone non troppo calde e non troppo fredde (il che favorirebbe la presenza di acqua allo stato liquido) e hanno dimensioni simili a quelle della Terra (il che aumenta le probabilità che si tratti di corpi solidi e rocciosi, visto che sono i colossi tipo Giove quelli più inclini ai gas).
La veridicità delle immagini trasmesse dal telescopio è decisamente alta: secondo William Borucki, responsabile della missione Keplero, degli oltre 1200 corpi individuati l’80 percento circa saranno confermati come veri e propri pianeti. Molti scienziati confermano la sua versione, aumentandone le probabilità addirittura al 90 percento.
Non necessariamente tali pianeti ospiterebbero forme di vita complesse. È più probabile che si tratti di muffa e batteri, ma resta in piedi la possibilità che esistano le condizioni per altre forme di vita completamente nuove. “54 possibilità sono un ammontare enorme”, ha dichiarato Borucki, che ha aggiunto: “È straordinario perché fino ad oggi le possibilità erano pari a zero”.
Il passaggio dalla fantascienza ai dati scientifici è compiuto, secondo quanto ha dichiarato l’Amministratore della Nasa Charles Bolden: “Questo genere di scoperte evidenzia l’importanza delle missioni scientifiche che danno decisamente un valido contributo alla comprensione del nostro posto nel cosmo”.
Annalisa Di Branco