A caccia di alieni: Terra-Marte sola andata. Qualche volontario?

marte

Immaginiamo che le prossime generazioni si interroghino sulla possibile presenza di alieni o di pianeti abitati da forme di vita simili o completamente diverse dalla nostra. Immaginiamo poi che gli avvistamenti Ufo attivino un’ulteriore caccia all’extraterrestre, magari corredato di films e di gadgets dedicati.

Infine, immaginiamo che quegli stessi alieni che suscitano tanto interesse misto a timore non siano affatto dei piccoli ET giunti sulla Terra ma uomini, figli di astronauti inviati oggi a colonizzare nuovi mondi. L’ipotesi può suscitare dello sconcerto, ma gli scienziati stanno lavorando per renderla più reale e concreta possibile. Infatti, a dispetto di quanti problemi il nostro vecchio pianeta Terra possa avere, pare si preferisca investire denaro in missioni al limite dei dettami etici.

Con i suoi 100.000 dollari, la Nasa, in collaborazione con il Darpa, sta investendo le sue risorse nell’approntare un programma che sviluppi una navicella dotata di potenti propulsori e che sia in grado di inviare degli astronauti su Marte ed altri pianeti ‘limitrofi’.

L’equipaggio, alla stessa stregua di Colombo e dei suoi uomini, colonizzerà il pianeta rosso. Essendo Marte il terzo pianeta più vicino al globo terrestre, potrebbe essere quello più accreditato per ospitare la neo-colonia umana. Tuttavia, a causa della lunga distanza che lo separa da noi, il viaggio dovrà essere di sola andata poiché il tempo che occorrerebbe per ricoprire i 62.8 milioni di miglia sarebbe pari a circa 100 anni terrestri.

Colonizzare non significherà rendere il pianeta ospitale all’uomo ma, al contrario, sarà quest’ultimo a dover adattarsi al mondo alieno. Ovviamente, tale obiettivo, che mira a trasferire vite umane per il resto della loro vita, ha suscitato reazioni discordanti. Sebbene in molti siano scettici e contrari, altrettanti affermano che questo sia il solo modo di insediarsi su di un pianeta alieno. A nulla sembrano valere le rassicurazioni di Dirk Schulze-Makuch e Paul Davies su Journal of Cosmology, i quali prevedono l’invio di rifornimenti occasionali su Marte.

Lee Johnson, autore scientifico, concorda con quanti ritengono che solamente un viaggio di sola andata possa rendere possibile il raggiungimento di altri pianeti così distanti. Inoltre, la navicella spaziale dovrebbe essere in grado di contenere il maggior quantitativo utile di carburante. L’alternativa sarebbe quella di approntare un sistema ad energia solare o un reattore a fusione che generi energia senza dispendio di carburante.

Il Dr. Chris DePree, responsabile del Bradley Observatory, concentra le sue perplessità sulle generazioni nate sul pianeta stesso. Esse, infatti, si adatterebbero alla vita marziana nascendo in loco ed incontrerebbero seri problemi respiratori se dovessero tornare sulla Terra. Sarebbe loro necessario l’utilizzo di apparecchiature speciali o iniezioni chimiche per agevolargli la respirazione.

L’alone di mistero attorno alla vita extraterrestre sembra rendere sempre fertile la mente umana. Sebbene gli enigmi di Roswell e di Kecksburg vengano custoditi nel silenzio governativo statunitense, si deve a Simon 'Pete' Worden, direttore del Nasa’s Ames Research Center della California, ad aver squarciato tale silenzio rendendo noto il progetto dell’agenzia spaziale e del Darpa. Si cercano volontari, dunque!

Federica Vitale

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