Fecondazione assistita: un rischio per il nascituro

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La fecondazione assistita (ART) aumenta la probabilità che il nascituro venga alla luce con malformazioni. Lo dimostra uno studio condotto da un gruppo di genetisti clinici, del reparto maternità dell’ospedale Port Royal di Parigi, i quali hanno analizzato i dati di tutti i bambini nati con questo tipo di tecniche in 33 cliniche francesi (più di 15000 nascite), dal 2003 al 2007, dimostrando una percentuale di malformazioni superiore a quella registrata in bambini nati naturalmente: 4.24% contro la media di 2-3%.

Le malformazioni cardiache sono le più comuni, insieme a quelle uro-genitali con prevalenza per i bambini, e angiomi per le bambine. Questi ultimi sono incrementati di 5 volte rispetto al passato. Inoltre, l’età media delle donne che avevano fatto uso delle tecniche ART non era più alta di quelle diventate madri naturalmente, e quindi non è l’età il fattore primario delle malformazioni.

Le più comuni tecniche di fecondazione assistita sono la IVF, la fecondazione in vitro, di cui sono già note le cause principali di fallimento, ovvero il numero abnorme di cromosomi nell’ovulo, e la ICSI, l’iniezione citoplasmatica di sperma. La prima consiste nell’impiantare nell’utero della donna ovuli fecondati in vitro, fuori dal corpo femminile, mentre con la seconda si fecondano gli ovuli direttamente all’interno dell’organismo.

Accanto a queste procedure c’è poi il trattamento ormonale della donna, con cui si ripristina o si stimola l’ovulazione. Tali sistemi utili ad avere una gravidanza, difficile o impossibile naturalmente, sono sempre più utilizzati. I ricercatori infatti richiamano l’attenzione al fatto che circa 200.000 bambini sono nati in Francia mediante procedure ART e che dunque “una percentuale così alta di malformazioni è un problema di salute pubblica”, come afferma Geraldine Viot, leader della ricerca. Che aggiunge: “In un momento storico in cui i problemi di infertilità stanno aumentando, determinando l’incremento dell’uso di queste tecniche per concepire, è di vitale importanza capire cosa sta provocando problemi nei bambini”.

Non è ancora chiaro se le malformazioni siano dovute a varianti genetiche passate ai nascituri dai genitori o se siano indotte dalla fecondazione assistita stessa” continua la Viot, la quale ribadisce che “è importante che tutti i medici siano informati di questi risultati”.

I ricercatori sono dunque consci che questi risultati da soli non dimostrano ancora che le procedure ART inducono di per sé le malformazioni sui feti, e infatti precisano come le origini di questi problemi siano probabilmente multiple. Promettono tuttavia di continuare ad indagare, concentrandosi sul preciso ruolo delle tecniche in quello che comunque è un dato di fatto.

Uno studio danese precedente sembra poi confermare la tesi degli scienziati francesi: le donne sotto trattamento IVF hanno mostrato una probabilità quattro volte superiore di partorire un bambino morto, confrontate con le donne che avevano concepito naturalmente o con tecniche di fecondazione assistita diverse.

Roberta De Carolis

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