Gela partorisce un bimbo dal 'sesso incerto'

Bimbi malformati, nati senza persino senza palato, con sei dita delle mani o dei piedi, e in alcuni casi affetti da tumori, malattie renali, respiratorie e cardiovascolari. La fabbrica del veleno di Gela "partorisce" un altro caso raro nel suo genere.

Il 1° febbraio scorso un neonato è venuto alla luce all’ospedale Vittorio Emanuele senza sesso. I medici lo hanno definito sesso ambiguo poiché ha organi genitali “incerti”. I genitori sono giovani e non soffrono di alcuna patologia.

Le ecografie durante la gravidanza non avevano mostrato alcuna anomalia sul feto. Il caso in questione - riferiscono gli specialisti - si verifica una volta su cinquemila bambini neonati.

Il primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia del Vittorio Emanuele, Michele Palmeri, ha confermato la rarità della malformazione ed ha disposto il trasferimento del neonato in una struttura specializzata di Palermo, dove i medici nei prossimi giorni dovranno stabilire l’esatto sesso.

Il piccolo, nato con parto spontaneo, è già stato sottoposto a diversi esami: "Occorre comprendere - ha spiegato Palmeri - se l'ambiguità sia frutto di una malformazione genetica o sia dovuta a un fattore esterno".

Sarà dunque sottoposto a una serie di esami approfonditi per chiarire il sesso, ma servirà almeno una settimana di tempo. E subirà in particolare accertamenti ormonali, genetici ed ecografici. "Solo dopo - dicono i midici del Dipartimento infantile del Policlinico di Palermo- si deciderà se intervenire chirurgicamente o con terapie specifiche".

Ogni anno si registrano circa cento casi come questo in Italia. Ma Gela, in Siicilia, da tempo è stata ribattezzata la "nuova" Taranto, per i gravi danni all'ambiente causati da alcune raffinerie petrolifere a partire dagli anni ‘60, quando le coste della città furono messe a disposizione delle multinazionali del greggio con l’obiettivo di estrarre e raffinare il petrolio di cui l’isola era ricca e dare lavoro ad una terra sempre in difficoltà.

Secondo diverse stime, in quella Sicilia che nell'immediato dopoguerra ambiva a giacimenti e trivellazioni le malformazioni sarebbero sei volte superiori alla media. Tanto che i dati, in costante aumento, sono finiti sul tavolo della Procura che recentemente ha aperto una nuova inchiesta.

Oggi in Italia ci sono una quarantina di stabilimenti che minacciano con polveri, esalazioni e fumi la salute di 6 milioni di cittadini. Secondo il Cnr si contano almeno 1200 decessi all’anno in eccesso rispetto alle normali medie nazionali, con tassi più alti soprattutto a sud e nelle aree contaminate dall’amianto.

Nel territorio siculo, tuttavia, i rischi non riguardano solo Gela, ma anche altre località come Caltanissetta e Milazzo. Poi c’è Augusta, uno dei più imponenti poli petrolchimici italiani. Nel 2000 il 5 per cento dei bambini è nato con malformazioni.

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